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Per tornare da Harry, Emma non ha molte alternative. Intrappolata in ciò che rimane del mondo delle fiabe con una compagnia piuttosto singolare, dovrà affrontare la sua più grande paura: fidarsi. Alla compagnia tutta al femminile, infatti, si è aggiunto un Capitan Uncino assetato di vendetta e non meno determinato di Emma e Mary Margaret riguardo alla necessità di trovare il portale per Storybrooke. Dalla sua, Uncino non ha solo la determinazione… il Capitano dei pirati sembra sapere come trovare il portale, ma il dubbio è lecito: di lui ci si può fidare?

Emma dice di essere una specie di ‘macchina della verità’, di sapere quando qualcuno mente… tuttavia, su Uncino è indecisa, vorrebbe fidarsi, ma una ‘bambina sperduta’ non ci riesce mai del tutto. La nostra protagonista è stata spesso messa in secondo piano: c’erano troppe storie, troppi intrecci, troppi personaggi a cui far posto. Stavolta, però, la scena è interamente sua e, finalmente, facciamo un salto nel suo passato. Emma è una ladruncola di bassa lega, la metà di una coppia alla Bonnie&Clyde, senza denaro né casa e perdutamente innamorata.

Ma una prescelta non ha la facoltà di scegliere la sua vita… è, anche a sua insaputa, al servizio di un ‘bene superiore’, che forse tiene conto della felicità di tutti, meno che della sua e che le fa perdere definitivamente quel briciolo di fiducia nell’altro che, in fondo, le era ancora rimasto. In un altro mondo, quasi in un’altra vita, Emma si trova una seconda volta davanti al bivio… come si dice?! Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. Intanto nell’attuale mondo delle fiabe e a Storybrooke ci sono inquietanti analogie che si incontrano nella dimensione onirica (come se di dimensioni non ce ne fossero abbastanza!).

Anche stavolta, un episodio che sembra troppo breve e veloce per metabolizzare tutto. Staccare gli occhi dallo schermo vorrebbe dire perdersi qualcosa che potrebbe essere fondamentale. Per di più, entra in scena una guest star ‘lostiana’ molto attesa: Jorge Garcia nei panni decisamente ben indossati di un gigante. Se nello scorso episodio  sembrava che si stesse smarrendo la retta via, con quest’ultimo, Kitsis e Horowitz si rimettono in carreggiata, lasciandosi dietro domande a cui, in tutta probabilità, daranno risposta molto, molto lentamente.

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