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La prima puntata di Dominion definisce la struttura della nuova serie della SyFy in cui intreccia, in uno scenario post-apocalittico, temi quali la lotta eterna tra bene e male, il desiderio della libertà, la politica e la fede, con scenografie e costumi in bilico tra il regime militare e l’impero pagano.

Dominion 1x01-2La storia inizia 25 anni dopo la scomparsa di Dio e la Guerra dell’Estinzione durante la quale l’arcangelo Gabriele e gli altri angeli hanno cercato di sterminare l’umanità; l’unico a opporsi è stato l’Arcangelo Michele, che riesce a impedire a Gabriele di uccidere il neonato destinato a essere il salvatore dell’umanità. In seguito, i sopravvissuti hanno cominciato a costruire città fortificate per proteggersi dagli angeli caduti. Una di queste è Vega, un potente impero in cui il Prescelto Alex Lannon, ancora ignaro del suo destino, occupa il ruolo di soldato a guardia dell’aristocrazia. Qui si trova anche Michele pronto a difendere l’umanità e il Prescelto.

Dominion 1x01-3In circa 60 minuti di episodio vengono introdotti  i personaggi principali con il loro appena accennato background e le loro ambizioni più recondite, trovandoci così all’interno di una struttura in cui il caos della politica e della lotta al potere si scontra con la speranza e la fede del genere umano. La grande cornice di nozioni appesantisce e rallenta l’azione dei personaggi, che oltre a non distinguersi per interpretazione rimarcano temi visitati e anche poco originali quali: il triangolo amoroso tra Alex (Christopher Egan), Claire (Roxanne McKee) e William (Luke Allen-Gale), lo scontro padre-figlio con Alex e Jeep (Langley Kirkwood) e quello tra eroe e mentore tra Alex e Michele (Tom Wisdom). In seguito viene introdotta la svolta, la guerra in arrivo e il ritorno del nemico giurato Gabriele (Carl Beukes), vengono così mostrati nuovi scenari e tradimenti di persone insospettabili, nonché il motivo di questo conflitto.

Dominion 1x01Il pilot della serie della SyFy ha numerosi difetti, primo su tutti la messa in scena dei personaggi biblici, gli angeli inferiori sembrano richiamare più un iconologia demoniaca vista in altre serie (una su tutte Supernatural) e quelli di rango superiore (i Podestà) sembrano robot super armati per le loro corazze anti-proiettili anziché delle creature celesti. In seguito viene a mancare anche la gestione dei punti salienti della puntata, la rivelazione dell’eroe e successivamente del suo antagonista, nonché alcuni climax, quali la lotta tra Michael e Furiad (Anton David Jeftha) e il cliffhanger finale, che sono inseriti con eccessiva fretta, non cavalcando la tensione che i personaggi (umani e non) dovrebbero avvertire nel verificarsi di determinati eventi. Questa scelta alleggerisce molti snodi narrativi che se rimandati ad un episodio successivo avrebbe agevolato la visione scettica dello spettatore. Il risultato è una puntata ansiosa di raccontare e impressionare e che perciò non ha guidato la curiosità dello spettatore.

 

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