Don Cheadle house of lies
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Per usare un paragone derivato dal poker, gioco che pratica a livello internazionale, Don Cheadle non ha mai fatto una scala reale. Relegato spesso in ruoli di contorno, il cinquantenne attore americano, è sempre stato uno di quelli che ad Hollywood, anziché essere lui stesso al centro del progetto, si è trovato il più delle volte nella posizione di rubare letteralmente la scena al divo di turno, tanto è il suo carisma e la sua riconoscibilità. Del film Mission to Mars siamo portati a ricordare infatti più la sua faccia barbuta di quella stralunata di Gary Sinise. Pensiamo poi a The Family Man, dove il suo “Do you wanna die?” resta nella memoria più delle doti canterine di Nicolas Cage. Per non parlare dei vari Ocean’s, Iron Man, Codice: Swordfish, nei quali è forse l’unico a dare al personaggio uno spessore “reale” di fronte alla gigioneria delle star protagoniste.

 
 

Nato a Kansas City il 29 Novembre 1964, Donald Frank Cheadle è stato fin dall’infanzia attratto dalla recitazione. Si iscrive per questo al California Institute of the Arts di Valencia iniziando a prendere sul serio la carriera di attore. Essere un ragazzo di colore negli anni ’80 significava necessariamente seguire l’esempio dei già affermati Eddie Murphy, Bernie Mac o dei fratelli Wayans. Così per un breve periodo segue le loro orme lavorando saltuariamente come comico. Ma al giovane Don non basta e, spinto dai propri amici, si convince di poter recitare in ruoli anche più drammatici.

L’esordio assoluto davanti alla macchina da presa avviene nel 1984 con il corto 3 days di John Meredyth Lucas cui seguiranno importanti ruoli in famose serie televisive come Saranno famosi, Avvocati a Los AngelesHill Street giorno e notteGiudice di notte. In quegli anni per Don Cheadle si aprono anche le porte del cinema con il ruolo da protagonista in Hamburger Hill – Collina 937 di John Irvin e con un ruolo minore in Colors – Colori di guerra di Dennis Hopper. Senza dimenticare mai il suo primo amore, ovvero la televisione, che occuperà quasi esclusivamente la sua carriera fino al decennio successivo: dalle partecipazioni in Willy, il principe di Bel Air e Cuori a Golden Palace al ruolo di primo piano in La famiglia Brook di John Littleton. Il diavolo in blu, nel 1995, segna il suo ritorno al cinema e coincide con il suo momento di maggiore popolarità. Due anni dopo partecipa infatti in ruoli importanti in ben tre film: Vulcano, Rosewood e Boogie Nights di Paul Thomas Anderson. Ma è ancora una volta la televisione a riservargli le soddisfazioni più grosse, con la vittoria del Golden Globe come miglior attore non protagonista in The Rat Pack.

Ma ormai la strada è spianata. Per tutti gli anni anni ’90 e per buona parte degli anni 2000 Don Cheadle alternerà ruoli cinematografici in pellicole più o meno d’autore come Traffic a prodotti più mainstream come Out of Sight e la trilogia di Ocean’s tutti all’interno di un sodalizio artistico con il regista Steven Soderberg. Capacità di spaziare tra ruoli più comici e ruoli più drammatici che si paleserà in maniera assoluta negli anni che vanno dal 2004 a oggi con il successo di critica e di pubblico per il ruolo del detective in Crash – Contatto fisico, per quelli di Reign Over Me e Brooklyn Finest, e per Flight e i vari Iron Man. Ma soprattutto per il ruolo da protagonista nel film Hotel Rwanda per il quale ha ricevuto la nomination come miglior attore senza però ricevere la statuetta in favore del Ray di Jamie Foxx.
Sempre attento alle cause umanitarie (noto il suo impegno per le popolazioni del Rwanda) e con la passione per le discussioni “social” (celebre quella imbastita per via di una presunta critica all’operato di Obama) Don Cheadle ha trovato di recente, ancora una volta nel piccolo schermo, nuove soddisfazioni con il ruolo di Marty Kaan nella serie televisiva House Of Lies per la quale si è portato a casa il secondo Golden Globe. Prossimi progetti? La partecipazione nel prossimo The Avengers: Age of Ultron e un biopic su Miles Davis intitolato Kill the Trumpet Player da lui scritto, diretto e interpretato. È vero, forse Don Cheadle non avrà mai fatto una scala reale. In compenso però la sua carriera è piena di poker.

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