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 L’attesa di questi sette giorni per vedere la nuova puntata della quarta stagione di  Game of thrones (Il Trono di Spade) non poteva essere ripagata in un modo migliore. Game of Thrones 4×06 è davvero, al momento, uno dei migliori episodi della stagione, anche se lo è esclusivamente nella seconda metà.

 
 

Ma andiamo con ordine: la puntata, intitolata The Laws Of Gods And Men, si apre con Stannis Baratheon, che cerca di rimpolpare le proprie file grazie ad un prestito della Banca di Ferro di Braavos, un’istituzione che i Sette Regni conoscono fin troppo bene, e che ha finanziato già la causa dei Lannister durante la guerra dei Cinque Re. In questa occasione conosciamo il banchiere braavosiano interpretato da Mark Gatiss. Ritroviamo, dopo tanti episodi di assenza, Yara, la sorella di Theon Greyjoy, che torna nel continente per cercare di salvare suo fratello dalle grinfie di Ramsay Snow, sempre più folle e fuori controllo.

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Quello che però Yara troverà, sarà solo la pallida ombra del Theon che conosceva. Andiamo poi dall’altra parte del Mare Stretto, a Meereen, dove Daenerys sta cominciando ad imparare cosa vuol dire davvero essere sia Regina che madre di tre cuccioli non proprio docili. Ma il vero fulcro dell’episodio, tutta la seconda metà, è quella ambientata ad Approdo del Re. Come ormai è consuetudine, dalla prima stagione fino a qui, le vicende della capitale sono sempre più interessanti, e in questo caso lo diventano come non mai, dal momento che hanno al centro il processo per regicidio che la corona ha indetto contro Tyrion Lannister. Con qualche brevissima incursione nel passato oscuro di Varys e qualche momento futile, l’epilogo dell’episodio raggiunge i punti più alti della stagione grazie soprattutto a Peter Dinklage.

Proprio in questa parte finale, la puntata di Game of Thrones 4×06 si trasforma in un vero one-man-show, e conferisce a Tyrion-Dinklage, messo da parte per un paio di episodi, tutta la sua straordinaria dignità di personaggio-attore. Nonostante le dimensioni, l’attore raggiunge delle vette eccelse, dipingendo un personaggio arrabbiato, ferito, vessato e nonostante questo ancora ruggente, come un vero leone, forse l’unico leone in una famiglia di serpi.

Come anche le puntate precedenti ci avevano fatto notare, la struttura degli episodi sta decisamente cambiando rispetto a quello che abbiamo visto nella scorsa stagione: dove prima i racconti si alternavano in brevi parentesi narrative che spaziavano tra tutte (o quasi) le story-line, qui si preferisce raccontare tre o quattro blocchi da dieci minuti, riservando poi l’abbondante parte finale ad una sola situazione. Questa scelta aiuta maggiormente lo spettatore a tenere il filo del racconto, anche se limita la possibilità di incontrare tutti i personaggi nello stesso episodio. Nota di merito anche agli effetti speciali che ci fanno apprezzare, in questo episodio, un Drogon in splendida (e infuocata) forma.

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