Con un colpo da maestro, dopo la tiepida partenza, Game of Thrones 6×02 si rivela uno dei migliori episodi della serie, affermazione sostenibile senza mezzi termini e senza la necessità di dover raccontare per forza ciò che accade nel dettaglio.
La grande novità dell’episodio è senza dubbio il ritorno in scena di Bran Stark (Isaac Hempstead Wright), personaggio che non avevamo più visto dal finale di stagione del quarto ciclo e che, a dirla tutta, non era mancato a nessuno. Il personaggio, che con Daenerys e Melisandre condivide l’appartenenza a quella componente magica che rende Game of Thrones un fantasy, si trova adesso di fronte a nuove sfide e soprattutto all’allenamento con il corvo a tre occhi. Si tratterà quindi di avere una finestra privilegiata sul passato, ma anche di scoprire dettagli e piccoli segreti relativi a ciò che è stato prima che la nostra storia cominciasse.
Un altro tipo di allenamento è quello che invece spetta ad Arya (Maisie Williams), ancora mendicante per le strade di Braavos. Mentre, a ovest di Westeros, le Isole di Ferro tornano ad agitarsi all’arrivo di una tempesta che ha un nome e delle intenzioni precise. Anche il Nord è scosso da forti cambiamenti, mentre Ramsay (Iwan Rheon) e Theon (Alfie Allen) prendono, parallelamente, decisioni drastiche per il loro futuro.
Ad Approdo del Re i funerali di Myrcella subiscono un’interruzione inaspettata, mentre il terzo Lannister a Meeren, Tyrion (Peter Dinklage), sarà testimone di qualcosa che aveva sempre desiderato.
Grande spazio viene dedicato anche al Castello Nero, dove pochi Confratelli e i Bruti guidati da Tormund cercano di difendere il cadavere di Jon Snow (Kit Harington) da Ser Alliser, mentre Ser Davos (Liam Cunningham) chiede l’impossibile.
Già al secondo episodio, Game of Thrones 6 mette così tante carte in tavola e stravolge così tanti equilibri da valere da sola gran parte degli episodi filler a cui abbiamo assistito nel corso degli anni. La forza dell’episodio diretto ancora da Jeremy Podeswa non è però solo nelle vicende che mette in scena, ma soprattutto nell’intensità del racconto, nell’accorato racconto di tanti cammini che cominciano e che sono diretti tutti verso casa. Non a caso l’episodio si apre su una Grande Inverno rigogliosa e allegra, dove bambini giocano a fare la guerra nel grande cortile interno, prima che gli orrori avessero inizio.
Game of Thrones 6×02 conferma che la serie HBO, libera dalle briglie tracciate da Martin su carta, può sciogliere liberamente i pensieri e le storyline, senza la necessità di rendere conto a un percorso predefinito che funziona benissimo fino a che rimane sulla carta, ma che tante volte ha caratterizzato il fallimento di uno o più momenti topici della serie.
Emozionante, con un cospicuo livello di azione e con un cuore enorme, Game of Thrones 6×02 ci riporta a casa (Home il titolo dell’episodio), alle origini della serie, e ci ricorda perché, nonostante le diffuse critiche, la serie HBO è un grande show.