L’interrogazione di matematica in un liceo classico, l’invito a casa dei parenti per conoscere i genitori di lei, la nona puntata di ogni ciclo di Game of Thrones. Sono poche le cose che sono universalmente riconosciute dal il senso comune come terrificanti e temute e tra queste il penultimo episodio di stagione dello show HBO occupa senza dubbio un posto d’onore.
La puntata Game of Thrones 6×09, Battle of the Bastards, la Battaglia dei Bastardi, porta con sé, già nel titolo, una pesante zavorra emotiva, perché se di battaglie, nella serie, ne abbiamo viste molte, non tutte avevano in palio un premio così ambito: Grande Inverno e il Nord. Aggiungete pure che, a opporsi all’uomo scuoiato dei Bolton c’è di nuovo il Metalupo argento in campo bianco degli Stark, vessillo che non vedevamo dalla 3×09 (le Nozze Rosse). Due bastardi a confronto, Jon Snow (Kit Harington) e Ramsay Snow (Iwan Rheon), riconosciuto Bolton per decreto reale; da una parte il Bastardo di Grande Inverno, l’uomo dall’animo più nobile che cammina sui Sette Regni, dall’altro lato il sadico bastardo (nel senso lato del termine) più temibile che la storia di Westeros abbia mai incontrato. Terrore e onore, vendetta e paura, uno scontro ìmpari dall’esito incerto. La serie spegnerà di nuovo i sogni degli spettatori che cercano giustizia, o per una volta saranno i buoni a trionfare? L’esito della battaglia è scritto e certo non sorprende l’epilogo, ma sarà interessante scoprire cosa ha in serbo il futuro per i vincitori e le loro alleanze.
Poco meno della metà dell’episodio è invece riservata a un’altra grande battaglia, quella alle porte di Meereen. Per la prima volta Daenerys (Emilia Clarke) Nata nella Tempesta si rende conto (e noi con lei) della sua effettiva potenza e stringe un patto che cambierà le sorti della storia e della Storia.
Ancora una volta ci troviamo di fronte a un’unità di tempo e spazio che, come abbiamo già avuto modo di notare, conferisce coesione e struttura alla narrazione. La scrittura dell’episodio è solida e funzionale e, salvo qualche pecca di regia nelle scene di battaglia, che a tratti risultano confuse, il gusto per il racconto di Miguel Sapochnik, già regista di Hardhome (la 5×08), sfrutta ogni clichè della narrazione di battaglia, dalla soggettiva delle frecce, ai campi larghi degli schieramenti, al rallenty della carica della cavalleria. Ogni scelta, per quanto già vista, aggiunge gravitas si fa portatrice di una componente emotiva fortissima nel momento in cui la serie si conferma ambientata in un universo dove il bianco e in nero non sono mai separati e dove il male, spesso, vince sul bene.
Game of Thrones 6×09 – i grandi numeri per la battaglia!
Game of Thrones 6×09 pecca in alcuni momenti di salti narrativi che potrebbero disorientare, come se, dopo episodi di descrizioni, dialoghi riempitivi e pause narrative, adesso, persa la “zavorra” letteraria, si volessero accorciare i tempi e affrettare le situazioni. Il ritmo narrativo ne risente per fortuna in maniera positiva e anche l’intrattenimento offerto allo spettatore.
Parallelismi, riferimenti, citazioni e ricordi ci portano indietro nel tempo, ad altre battaglie con altri esiti, e nonostante l’enorme mole di personaggi cari che ci siamo lasciati dietro, ci accorgiamo che i superstiti sono ancora in grado di far battere forte il cuore, di far piangere ed esultare lo spettatore coinvolto.
Per due battaglie che si concludono, Game of Thrones 6×09 ci proietta però direttamente nella decima e conclusiva puntata, I Venti dell’Inverno (anche titolo del sesto e atteso romanzo della saga di Martin), e chi conosce Martin e la sua saga sa che “quando soffiano i venti dell’inverno
Non sentirai leoni ruggire
Nessun cervo pascolerà nei campi
Le rose non cresceranno nei prati
Nessun serpente nella sabbia
La piovra resterà congelata mentre nuota
L’uomo scuoiato marcirà e appassirà
Nessuna trota nuoterà nel fiume
Nemmeno il fiato del drago ti riscalderà nella tua casa
Solo i lupi ululeranno nella notte
L’Inverno sta arrivando”