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Agricoltore visionario, Conte spietato, sovrano ambizioso ma pur sempre uomo, reso fragile dal dolore e dalla sofferenza tanto quanto dal desiderio di vendetta e dal bisogno d’amore: il fascino della figura di Ragnar Lothbrok è sempre stato parte integrante del successo di Vikings, la serie di History Channel che ha saputo dare nuovo lustro al genere del dramma storico e che ora si prepara a varcare i cancelli della sua quarta stagione con ben 20 episodi, un azzardo che potrebbe definitivamente consacrarne il successo o segnarne l’inizio della fine.

 
 

Difficile comprendere il motivo di questa scelta, ma pur non dubitando che l’arco narrativo offerto dalla penna di Michael Hirst sarà succoso e affascinante come al solito, la paura più grande per gli spettatori più fedeli è che il momento dell’addio a Re Ragnar, già ferito fisicamente e psicologicamente nella scorsa stagione, si stia avvicinando per lasciare posto alla nuova generazione e riavviare la quinta stagione con personaggi e storie del tutto nuove.vikings-season-4

La perdita di un intermediario come Athelstan (George Blagden), introdotto ad hoc per costruire il ponte naturale fra l’occhio dello spettatore e la cultura vichinga è uno strappo che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui la serie è stata concepita fino ad oggi: placata la foga dello spettacolare assedio a Parigi, risolto dal Re Danese con uno stratagemma degno di Ulisse in persona, la mancanza di uno straniero che sappia comprendere e guardare oltre le mere ambizioni di conquista di Ragnar e leggere da estraneo la modernità del suo spirito è necessaria: la serie sembra intenzionata a rimediare introducendo Yidu, una donna arrivata dall’oriente che potrebbe fornire i presupposti per un nuovo interessante scontro di culture.

Dopo aver allungato la sua ombra sulla capitale del Regno dei Franchi, avevamo visto Ragnar tornare in patria e lasciare indietro Rollo(Clive Standen), quel fratello che superati vecchi rancori e invidie era riuscito finalmente a dimostrargli la sua lealtà e fedeltà incondizionata: favorita dalla profezia dell’indovino, l’ambizione di Rollo ha tuttavia trovato terreno fertile nell’opportunità di una nuova alleanza col nemico attraverso le nozze con Gisla (Morgane Polanski), intraprendente e determinata figlia del fragile Re dei Franchi; primo fra i vichinghi ad essere battezzato per mera strategia e senza alcuna intenzione di rinunciare alla gloria di Odino, nel corso della quarta stagione il Guerriero paragonato a un Orso per forza e ferocia intraprenderà un percorso di cambiamento inatteso e senza ritorno, rinunciando ai suoi lunghi capelli e indossando le vesti dei Franchi per diventare finalmente il Duca di Normandia, personaggio storicamente esistito e antenato di Guglielmo il conquistatore. Difficile dire al momento quanto sarà importante il legame con la Principessa Gisla, ma a giudicare dagli sguardi elettrici scambiati sui bastioni e a dispetto dell’apparente disgusto di lei il Guerriero non resterà di certo indifferente troppo a lungo alla sua nuova giovane sposa.vikings lagertha

Fra i personaggi più amati dello Show, Lagertha(Katheryn Winnick) continuerà invece a combattere per riconquistare il suo feudo, pur avendo ceduto temporaneamente alle lusinghe del traditore Kalf, consapevole che le nefaste parole dell’indovino non lasciano ben sperare in una risoluzione positiva: in ascesa dovrebbe essere invece il percorso di Bjorn Ironside (Alexander Ludwig) finora coinvolto solo in storie d’amore non particolarmente riuscite e adesso destinato a dimostrare il proprio valore come leader, in una scena di combattimento e resistenza contro un orso che data la moda del momento (il ricordo di The Revenant è ancora freschissimo) non potrebbe essere più attesa e chiacchierata.

Conquistare la piena fiducia del padre e divenirne un degno erede però non sarà facile:  a Kattegat, l’aggravarsi delle condizioni di salute di Ragnar inasprirà i rapporti fra i membri della famiglia risvegliando inaspettatamente il desiderio di Aslaug(Alyssa Sutherland) di governare per proteggere i suoi figli e strappare a Bjorn la successione, riportando in scena quel misterioso Vagabondo che nella scorsa stagione aveva saputo guarire la pena del piccolo Ivar e conquistare le grazie della bella e solitaria Regina; persino il Re di Norvegia Harold Finehair, nuovo personaggio interpretato da Peter Franzén, tenterà di approfittare della situazione per estendere le sue mire sulla Danimarca.

Con una vendetta ancora tutta da consumare (Floki è ben consapevole di non avere alcuna speranza di redenzione), diversi fronti nemici da fronteggiare (oltre al Regno di Franchia e di Norvegia c’è pur sempre il Wessex col carismatico-e a volte esilarante- Re Ecbert, insieme alla bizzarra Regina di Mercia Kwenthrith che vanta addirittura di aver concepito un figlio con Ragnar in persona durante la sua permanenza in Inghilterra) e la salute e l’umore alquanto compromessi, il futuro del sovrano vichingo più amato sembra essere seriamente in pericolo; perchè l’indovino risponda a tutte le nostre domande sarà necessario attendere il 18 febbraio, primo di venti appuntamenti che vedranno la serie dividersi in due tranche da dieci episodi secondo la tradizione delle serie americane più popolari e agguerrite: un altro grande viaggio, forse l’ultimo, per un uomo grande e imprevedibile.

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Alessia Carmicino
Nata a Palermo nel 1986 , a 13 anni scrive la sua prima recensione per il cineforum di classe su "tempi moderni": da quel giorno è sempre stata affetta da cinefilia inguaribile . Divora soprattutto film in costume e period drama ma può amare incondizionatamente una pellicola qualunque sia il genere . Studentessa di giurisprudenza , sogna una tesi su “ il verdetto “ di Sidney Lumet e si divide quotidianamente fra il mondo giuridico e quello cinematografico , al quale dedica pensieri e parole nel suo blog personale (http://firstimpressions86.blogspot.com/); dopo alcune collaborazioni e una pubblicazione su “ciak” con una recensione sul mitico “inception” , inizia la sua collaborazione con Cinefilos e guarda con fiducia a un futuro tutto da scrivere .