Continua la scoperta del nuovo mondo di Negan (Jeffrey Dean Morgan) nella settima stagione dello show AMC e in The Walking Dead 7×03 siamo proprio nel suo quartier generale, in cui è stato condotto Daryl (Norman Reedus) alla fine del season premiere.
La puntata, dal titolo The Cell, è raccontata dal punto di vista del nostro motociclista preferito, ormai senza moto, senza balestra e senza giubbotto, elementi che nel corso delle sei stagioni precedenti erano entrati a far parte della sua iconografia. Daryl Dixon, divenuto animale sociale nel suo arco narrativo, adesso è prigioniero, convive con un ineluttabile senso di colpa ma allo stesso tempo non ha perso il suo spirito selvaggio, di sfida, di sprezzo del pericolo. Riuscirà Negan a farlo inginocchiare? Certamente il rapporto trai due è qualcosa di molto complesso, tra ammirazione, sospettiamo reciproca, ostinazione e pura crudeltà. Parallelamente la puntata ci racconta anche di Dwight (Austin Amelio). Lo avevamo incontrato nella sesta stagione, quando il suo cammino si era incrociato proprio con quello di Daryl, e adesso lo troviamo in tutt’altra situazione, come a simboleggiare quello che il nostro eroe potrebbe diventare se solo piegasse le ginocchia per una volta soltanto. Certo, Daryl non è Dwight, e Negan lo scoprirà presto.
The Walking Dead 7×03: anticipazioni
La figura eroica e stoica del protagonista dell’episodio si staglia nella sua miseria fisica in contrapposizione alla fierezza dell’aguzzino, eppure la statura morale, l’affetto che lo lega al pubblico, l’ostinazione ma anche la sofferenza tenuta a bada per amore d’orgoglio, ne fanno un martire. Quanto ancora dovrà soffrire quest’uomo non sappiamo, ma l’immagine della sua moto ridotta in pezzi può tranquillamente rappresentare una metafora della sua anima, e forse della sua volontà: per quanto tempo ancora Daryl resterà se stesso?
Come è accaduto nei due episodio precedenti, The Walking Dead 7×03 conferma la tendenza di questo settimo ciclo a indagare la psiche dei personaggi, accantonando relativamente l’azione in senso stretto. Il risultato è un episodio giocato su sguardi e primi piani, su sorrisi beffardi e espressioni dure, con la mente che di tanto in tanto vola al terribile massacro che ha aperto la stagione e alla reale minaccia in cui si trova il personaggio di Reedus.
Ai fedelissimi di The Walking Dead inoltre non dispiacerà l’introduzione, completamente folle, affidata a The Jam con Town Called Malice. Se di follia dobbiamo parlare, che sia almeno accompagnata da buona musica.