“Combattete! Combattete fino alla morte”: l’urlo di battaglia, pronunciato furiosamente sulle mura di una Parigi assediata, non proviene da un grande guerriero vichingo ma dal coraggio della Principessa Gisla, figlia di un Imperatore troppo vigliacco per dare sostegno ai suoi uomini e decisa a difendere la sua patria contro la furia del nemico a qualsiasi prezzo, dandoci un chiaro segnale di come i nuovi personaggi appena introdotti nell’universo di Vikings non siano meno ricchi di fascino e interesse di quelli che abbiamo imparato ad amare da tempo; dopo lunga ed estenuante attesa, Ragnar ha dunque scagliato il suo attacco contro la capitale Francese in un episodio da brivido, pronto a spiazzare il suo pubblico con spettacolarità e tensione senza avere nulla da invidiare a serie dal maggior capitale e con un fan base consolidato.
To The Gates non indugia oltre nella preparazione alla battaglia e passa direttamente all’azione, coi vichingi pronti ad attaccare la città su due fronti sotto la guida di Floki, certo del successo delle sue macchine da Guerra, e Lagertha, impegnata con Kalf nel tentativo di trovare una breccia alle porte della città: Ragnar resta a guardare e non dice una parola, completamente assorbito dal miraggio di una conquista nutrito più dal dolore per la morte di Athelstan, un vuoto profondo che il re vichingo sembra non riuscire a colmare in alcun modo, che dal vero desiderio di sottomettere i francesi.
Quando Vikings è iniziato, la naturale e instancabile curiosità di Ragnar Lothbrok ci aveva subito promesso che saremmo arrivati lontano, ma mai avremmo immaginato che la serie sarebbe stata in grado di raggiungere livelli così elevati: grazie ai Vichinghi e a tutti i popoli che continuano ad arricchire la serie di History Channel, i secoli bui non sono mai stati così luminosi.
VOTO: 5/5 STELLE