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Resistere al cambiamento e al sincretismo, incoraggiare le tradizioni degli antenati e non smarrire mai la propria via verso un destino di grandezza già scritto: con lo spettacolare rituale per il Solstizio D’inverno, il quarto episodio di Vikings continua a giocare con lo scontro fra culture ma in modo meno marcato che in passato, quasi consapevole che prima o poi, che Ragnar sopravviva o meno, la sacralità di quella civiltà vichinga che tanto abbiamo imparato ad amare finirà per lentamente svanire e collassare sotto il peso del cristianesimo e delle brame di conquista di altri uomini.

 
 

Ben lontano dall’essere l’uomo e il capo che era un tempo, Ragnar ha ormai smesso da tempo di amare Aslaug: i due non concordano sul modo in cui crescere il piccolo Ivar e nonostante il tentativi di Ragnar di trattare il bambino come ogni altro dei suoi figli l’atteggiamento delle madre gli impedisce di avere una qualsiasi influenza sulla sua educazione. Dietro il comportamento di Aslaug c’è molto di più della consapevolezza e rassegnazione verso la disabilità del figlio: Ragnar non è più il vero capo del suo popolo, la sua predilezione per il prete cristiano Athelstan ha distrutto ogni sua speranza di entrare nel Valhalla e l’unico modo per permettere ad Ivar di diventare un vero vichingo è affidarlo a Floki, perchè lo istruisca nell’odio verso quel Dio cristiano che sembra voler minacciare a gran voce la solidità dei cancelli della grande sala di Odino; una scelta comprensibile ma anche profondamente scorretta, nei confronti di un marito che aveva appena risparmiato la vita dell’ex amico senza però dimenticare quanto accaduto in passato.

Come sempre assorbito dalla sua naturale predilezione per il nuovo, Ragnar sembra particolarmente colpito da una schiava di origine orientale che Aslaug aveva acquistato fra i prigionieri di Parigi: vedremo se questo nuovo personaggio sarà in grado di riaccendere in positivo lo spirito combattivo del re vichingo, minacciato sul fronte interno da un misterioso sovrano di nome Harald Fairhair che dichiara di voler estendere il suo dominio su tutta la Norvegia. Anche Bjorn impegnato in una battaglia personale contro Kalf per la propria vita e la propria Leadership: il fatto che a Lagertha vengano riservati pochi minuti di screentime non fa presagire nulla di buono per il trattamento del suo personaggio, sempre più marginale in questa stagione.vikings rollo

Francia e Inghilterra si rivelano invece essere particolarmente promettenti per ragioni ben diverse: nel Wessex, il ritorno di Kwentrith e del figlio è un’ottima occasione per ritirare fuori il personaggio di Re Aelle, mosso da un profondo odio nei confronti di Ragnar e deciso a distruggerlo con le sue mani. I Franchi hanno invece di che festeggiare grazie allo scoppio della passione fra Rollo e Gisla, che visto l’impegno del marito per imparare la cultura Franca e difendere la patria della moglie a qualunque costo non può che lasciarsi rapidamente conquistare dal Neo Duca: scene romantiche prima e comiche poi ma mai gratuite o fastidiose, anche se adesso il momento per Rollo di dimostrare con la spada la forza del suo proposito è ormai giunto.vikings aslaug

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RASSEGNA PANORAMICA
Alessia Carmicino
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Alessia Carmicino
Nata a Palermo nel 1986 , a 13 anni scrive la sua prima recensione per il cineforum di classe su "tempi moderni": da quel giorno è sempre stata affetta da cinefilia inguaribile . Divora soprattutto film in costume e period drama ma può amare incondizionatamente una pellicola qualunque sia il genere . Studentessa di giurisprudenza , sogna una tesi su “ il verdetto “ di Sidney Lumet e si divide quotidianamente fra il mondo giuridico e quello cinematografico , al quale dedica pensieri e parole nel suo blog personale (http://firstimpressions86.blogspot.com/); dopo alcune collaborazioni e una pubblicazione su “ciak” con una recensione sul mitico “inception” , inizia la sua collaborazione con Cinefilos e guarda con fiducia a un futuro tutto da scrivere .
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