Alla conferenza
stampa di Quando eu era
vivo erano presenti il
regista Marco e il
protagonista Antonio Fagundes. Proprio
perchè il film è in concorso, in questa nona edizione del festival,
nella sezione Mondo Genere la prima
domanda riguarda proprio l’argomento generi e dintorni. Dutra
risponde partendo da un episodio personale: quando noleggiava i
film in videoteca, i VHS erano sistemati su scaffali suddivisi in
base ai differenti generi. Solo successivamente, all’università, ha
appreso la grande differenza tra i film commerciali e d’essai,
distinzione che tutt’ora è molto forte in Brasile. Con i suoi film,
il regista cerca di utilizzare i codici stilistici di ogni singola
categoria cinematografica per abbattere qualunque barriera o
distinzione formale possa impedire ad una pellicola di avere
successo- ma soprattutto una distribuzione- anche all’estero.
Questo film è già stato proiettato in Brasile con ottimi risultati, e adesso è pronto ad affrontare una competizione internazionale.
L’ispirazione per la trama è venuta
dalla lettura del romanzo di un autore
brasiliano, Lorenzo
Mutarelli, intitolato L’Arte di
produrre effetti senza causa , e si tratta di
una delle poche incursioni dell’autore nella narrativa. Di solito,
infatti, si dedica ai fumetti: e proprio mentre Dutra stava
adattando un suo fumetto, gli fece la proposta di portare al cinema
il romanzo. Quando Mutarelli- che nel film fa una piccola
apparizione, nei panni di un autista- ha visto per la prima volta
il film, è rimasto sconvolto e meravigliato: non si aspettava di
vedere sul grande schermo un adattamento così diverso e dei
personaggi strutturati in un modo opposto rispetto a come li aveva
concepiti lui su carta. Il film è una sorta di
gemello del fumetto, presentandosi come una rilettura macabra della
parabola del figliol prodigo che torna a casa dal padre e cerca di
scoprire un passato sepolto.
Le vicende dei protagonisti si muovono sullo sfondo di un perimetro domestico chiuso e sigillato: una sorta di mappa o di puzzle delle perversioni- soprattutto sessuali- del protagonista. L’attore Fagundes e Dutra non sono, però, molto d’accordo su questo punto: un’ispirazione di natura freudiana c’è (e il riferimento è al concetto di Melancolia) ma il tema del sesso è marginale e non molto presente, se non all’inizio, dove una scena di masturbazione diventa metafora del voyeurismo implicito in ognuno di noi. Il personaggio di Junior è una sorta di neonato “gigante”, un infante che non riesce a superare il dolore per la perdita della madre e lo compensa diventando l’oggetto stesso della perdita, e portando avanti il desiderio di morte e vendetta della madre scomparsa.