
Questo film è già stato proiettato in Brasile con ottimi risultati, e adesso è pronto ad affrontare una competizione internazionale.
L’ispirazione per la trama è venuta dalla lettura del romanzo di un autore brasiliano, Lorenzo Mutarelli, intitolato L’Arte di produrre effetti senza causa , e si tratta di una delle poche incursioni dell’autore nella narrativa. Di solito, infatti, si dedica ai fumetti: e proprio mentre Dutra stava adattando un suo fumetto, gli fece la proposta di portare al cinema il romanzo. Quando Mutarelli- che nel film fa una piccola apparizione, nei panni di un autista- ha visto per la prima volta il film, è rimasto sconvolto e meravigliato: non si aspettava di vedere sul grande schermo un adattamento così diverso e dei personaggi strutturati in un modo opposto rispetto a come li aveva concepiti lui su carta. 
Le vicende dei protagonisti si muovono sullo sfondo di un perimetro domestico chiuso e sigillato: una sorta di mappa o di puzzle delle perversioni- soprattutto sessuali- del protagonista. L’attore Fagundes e Dutra non sono, però, molto d’accordo su questo punto: un’ispirazione di natura freudiana c’è (e il riferimento è al concetto di Melancolia) ma il tema del sesso è marginale e non molto presente, se non all’inizio, dove una scena di masturbazione diventa metafora del voyeurismo implicito in ognuno di noi. Il personaggio di Junior è una sorta di neonato “gigante”, un infante che non riesce a superare il dolore per la perdita della madre e lo compensa diventando l’oggetto stesso della perdita, e portando avanti il desiderio di morte e vendetta della madre scomparsa.
