
Lei e i suoi protagonisti siete molto giovani, sapevate dei fatti di Rostock e cosa ne pensate?
Risponde Le Hong Trang che nel film interpreta Lien l’immigrata vietnamita che considera la Germania la sua terra d’adozione finchè non deve scontrarsi con la realtà e la violenza dei fanatici: “Sono arrivata in Germania diciotto anni fa, quindi di questi eventi ho letto e sentito parlare. Quello che penso è che la convivenza sia molto difficile, ma necessaria, come è necessario mantenere viva la memoria per conoscere il passato e affrontare così il presente e il futuro”.
Il regista Qurbani ricorda invece una frase di Gramsci che prefigurava la violenza nazista dalle ceneri della prima guerra mondiale, dice: “L’unico modo per capire, ricordare e mai dimenticare sia parlare del passato per impedire ai mostri di risorgere”.
Come mai ha scelto il bianco e nero?
Il film parla del passato, ma anche del futuro, volevamo unire questi due aspetti. Ci sono i giovani e la loro violenza, che nascono dalle ceneri del passato, prima rimosso e da loro adesso esaltato. Abbiamo unito aspetti classici della cinematografia a tecniche nuove, devo ringraziare per la collaborazione l’operatore che è stato importantissimo.
