Rooney Mara tra cinema e impegno umanitario parla di Trash

Rooney MaraMinuta, diafana ed elegante, Rooney Mara ha incantato oggi il pubblico del Festival del Film di Roma 2014 con la sua presenza. L’attrice è arrivata a Roma per presentare Trash, l’ultimo film di Stephen Daldry in cui lei interpreta un piccolo ruolo che la riconduce alle origini e all’impegno umanitario che tutt’ora porta avanti in Kenya.

 

Sei stata come un’insegnante sul set per i tre protagonisti non professionisti?

“Avevano molte insegnanti sul set e hanno fatto moltissime prove prima di cominciare le riprese. Abbiamo passato anche molto tempo insieme, io e i ragazzi, per cercare di connetterci, di fare amicizia. L’incontro è stato difficile per via dei naturali ostacoli linguistici, ma ovviamente abbiamo trovato un nostro modo.”

Come ti sei preparata a questo ruolo piccolo ma importante?

“Non mi sono sentita come se dovessi recitare. In alcune scene, come quella in cui insegno ai ragazzi i nomi degli animali in inglese, si trattava di una situazione reale, in cui mi potevo davvero trovare dal momento che io parlavo inglese mentre i ragazzi solo portoghese.”

Come si sono comportati i giovanissimi protagonisti sul set?

“E’ stato divertente vederli qui dopo tanto tempo. Sono cresciuti, sono preadolescenti, non più bambini. Ma lavorare con loro è stato stimolante, erano in quella fase in cui hanno bisogno di spiegazioni per ogni cosa, e bisogna esaudirli sempre in ogni richiesta perché devono sapere esattamente come e cosa fare. Hanno delle forti personalità. Piano piano hanno cominciato addirittura a preoccuparsi dei loro personaggi, a dire cose del tipo ‘il mio personaggio non direbbe mai una cosa del genere’. E’ stato interessante.”

Rooney MaraE’ stata la tua prima volta in Sud America?

“Ci sono stata da piccola. Mai in Brasile però. La mia esperienza in Paesi come il Cile mi ha aiutata ad ambientarmi in Brasile. Non ho affrontato cose completamente estranee ma sicuramente realtà diverse.”

Hai visitato anche Rio De Janiero?

“Sono arrivata due mesi prima dell’inizio delle riprese e ho passato le mie giornate con i tre protagonisti. Non ho avuto molto tempo per visitare la città. Loro sono dei ragazzi davvero precoci e molto sicuri di sé.”

E della tua esperienza con Daldry sei soddisfatta? Ti ha fatto fare tante riprese come Fincher?

“Non ricordo esattamente quante riprese per scena facevamo. Ho amato lavorare con Stephen, e anche con gli altri registi, con David (Fincher, ndr). Ognuno ha il suo metodo di lavoro. Sono metodi diversi e non ce n’è uno più faticoso di un altro.”

Daldry è noto anche perché offre sempre grandi possibilità alle sue attrici.

“E’ vero, ma questa volta il film non era il mio, non ero la protagonista. Il film è dei ragazzi. Ma lavorare con lui è stato speciale, è una persona divertente e avventurosa.”

Un’attrice professionista impara anche da attori non professionisti?

“Certo, e soprattutto se questi sono bambini. Non ho dovuto recitare, solo essere presente, in quel momento, e interagire con loro, sono stati bellissimi da guardare sul set. Hanno anche provato ad insegnarmi alcune parole in portoghese ma non le ricordo.”

Il tuo personaggio mantiene sempre la calma, anche in situazioni difficili. Secondo te la tua Olivia avrebbe potuto reagire diversamente?

“In un Paese straniero devi sempre mantenere la calma, le regole sono diverse, le usanze sono diverse e gli atteggiamenti e le reazioni possono essere viste in maniera diversa. Se lavori in quelle situazioni sai che non si tratta di momenti e che poi dopo torni a casa tua; in quelle realtà è quella la tua vita. È un contesto completamente diverso.”

TrashTu e il tuo personaggio avete in comune l’impegno per l’educazione in zone del mondo in difficoltà. Ci racconti qualcosa della tua attività di impegno umanitario?

“Sono andata in Africa come volontaria a 20 anni, in Kenya per l’esattezza. Dopo un po’ ho fondato una mia organizzazione, la Uweza. E’ come un centro sociale in cui organizziamo corsi per i ragazzi sia nell’orario scolastico che nelle ore dopo la scuola. C’è un programma formativo molto valido e abbiamo corsi di arte e giornalismo tra le altre cose. Alcuni corsi di pittura ci hanno permesso di scoprire anche ragazzi particolarmente dotati. Purtroppo io non ci passo molto tempo perché sono sempre sul set, ma a dicembre dovrei riuscire ad andarci. Lì c’è una mia amica che è anche la mia socia e lei sta li sempre. Scegliere questo film anche in un ruolo così piccolo mi ha permesso di mettere insieme i miei due mondi e di lavorare con Stephen Daldry, cosa che sicuramente vorrò ripetere.”

- Pubblicità -