Wes Anderson, visionario e amatissimo regista di tanti fim di successo, ha presentato oggi alla stampa la sua ultima creatura: Fantastic Mr Fox, lungometraggio in stop motion tratto di un racconto del famosissimo Roald Dahl, già autore de La fabbrica di cioccolato.
Tuttavia il film, pur parlando di una storia molto diversa, sembra portare con se strascichi degli altri film di Anderson. Il regista ha infatti affermato che “ogni film che ho fatto è collegato a quello precedente e ad esso rimanda in alcuni particolari. Ci sono delle connessioni che legano la mia opera. Sicuramente il discorso sulla famiglia è un tema fondamentale della mia cinematografica, ma ce ne sono anche molti altri.”
– Come si è trovato a dirigere un film d’animazione? Si potrebbe parlare quasi di un’opera prima, considerando che prima d’ora ha girato soo con attori in carne e ossa…
“I processi di lavorazione per le due tecniche sono molto differenti, ma in qualche modo il risultato finale ha una certa continuità. La produzione è ovviamente molto più lenta, le scene vengono sviluppate in giorni e giorni: ho passato pochissimo tempo sul set e il mio ruolo era fondamentalmente quello di coordinare le varie unità di animatori che sviluppavano un pensiero mio. Alla fine hanno lavorato come se fossero loro stessi dei mezzi attori, perché hanno dovuto non soltanto costruire i pupazzi secondo le caratteristiche che avevo chiesto loro, ma anche renderli vivi, dare ad ognuno di loro una fisionomia ed una personalità differente, costruirgli intorno una sua spontaneità. Ripeto, è un processo molto molto lento: basta pensare che soltanto per definire i protagonisti ci sono voluti sei mesi! – In un certo senso è come un primo film, un’opera prima, perchè è unico rispetto agli altri”.
– Quanto la volpe Mr. Fox rispecchia lei stesso e quanto invece è prodotto del racconto originale? Cosa è stato usato della storia e cosa è stato trascurato?
“Il lavoro di Dahl è totalmente riportato nella storia, trattandosi di un racconto breve abbiamo addirittura aggiunto parti per rimpolpare la trama in fase di sceneggiatura, come il capitolo iniziale e quello finale. Credo che in Mr. Fox sia riflessa la personalità dello scrittore, la sua vicenda personale e l’ambiente in cui è vissuto. Per quanto riguarda il nostro apposto personale, per costruire le varie situazioni famigliari io e Noah Baumbach (co-sceneggiatore n.d.r.) ci siamo ispirati alla nostra vicenda autobiografica.”
-A cosa ha fatto riferimento per creare l’immaginario del film?
“Di solito quando inizio a realizzare una pellicola prendo sempre come riferimento una serie di film, libri, canzoni o dipinti che possono ispirarmi, che credo siano attinenti con quello che voglio raccontare. Per quanto riguarda questo lavoro avevo già a disposizione l’opera di Dahl, possedevo già dei materiali ben precisi e quindi siamo partiti con la costruzione dei pupazzi, e intorno a loro abbiamo creato lo spazio che essi abitano nel film. E’ stato un lavoro in corso d’opera”.
-Possiamo leggere alcune parti del film come dei riferimenti espliciti alla politica internazionale americana, soprattutto per quanto riguarda il suo intervento in Iraq?
“Se ci sono, sono stati inconsci. Mathieu Amalric, che doppia il film in Francia, mi ha detto che Fantastic Mr. Fox è un film totalmente politico, e penso che questo discorso fosse contenuto già nel testo di Dahl, che ha dato dei toni a tratti fortemente anarchici al suo racconto. Comunque se anche io in qualche modo sono riuscito ad accentuare tale aspetto, non posso che esserne felice.”
-Anche in questo film si è avvalso della collaborazione di attori che già hanno lavorato con lei come Bill Murray, Jason Schwartzman e Owen Wilson. Cosa la lega in particolar modo a questi personaggi?
“Mi piace lavorare con professionisti che conosco e con i quali mi trovo bene anche a livello personale, ad un certo punto alcuni di loro diventano amici come è successo per Jason Schwartzman, per altri invece il discorso è diverso. la collaborazione che ho avuto con Bill Murray e con Angelica Huston è nata principalmente dalla mia volontà di lavorare con attori dei quali ero un fan in prima persona. Con molti di loro ho davvero condiviso anche lunghi periodi della mia vita, come ad esempio durante la lavorazione de Il treno per il Darjeeling.”
-Il protagonista del film riflette molto, nell’arco della storia, sulla differenza tra il suo essere in un certo senso addomesticato e all’opposta la sua natura ‘bestiale’.
“Si, questa tematica non è presente nel libro di Roald Dahl, l’abbiamo sviluppata io e Noah. Secondo il mio punto di vista la scena principale del film è proprio il confronto simbolico che Fox ha con il lupo, che è assolutamente emblematico, anche se preferisco non spiegare eccessivamente la scena, vorrei che arrivasse al pubblico e che ne cogliesse la sua importanza secondo la propria sensibilità propria.”
-Un’altra caratteristica di Mr. Fox è il suo continuo bisogno di stupire la sua famiglia e gli altri…
“Si tratta di una maniera per combattere la sua insicurezza di fondo, lo stato di insoddisfazione in cui si trova. Quando Fox confessa questo alla moglie, si tratta di una scena che rivela moltissimo della vita interiore del personaggio. E’ ‘esternazione della sua vanità e della sua insicurezza. Questo aspetto in realtà appartiene più a me…”.
-Oggi sembra che tutto il cinema si stia volgendo verso il 3-D, mentre lei ha girato un film con una tecnica all’antica come lo stopo motion, per quale motivo?
“Guardando Avatar io sono rimasto abbagliato e meravigliato, come tutti i miliardi di persone che l’hanno visto. Ma in realtà non credo che il 3-D sarà per il cinema un elemento di svolta totale come ad esempio è stato il colore.Sono affascinato dallo stop-motion, per questo ho realizzato un film usando questa tecnica. Infondo, anche se non sembra così, i tempi di lavorazione sono stati gli stessi di quelli di Cameron se si considera che da 10 anni ho acquistato i diritti del libro, e sono molto soddisfatto del mio lavoro. Anche il botteghino mi sta dando soddisfaione, anche se a confronto con Avatar, il film sta andando maluccio (ride)!”