Drug War

Al Festival Internazionale del film di Roma 2012, arriva un’altra leggenda del cinema asiatico, stiamo parlando del maestro dell’action Johnnie To. Infatti, è l’ultimo lavoro del regista di Honk Kong, Drug War, il secondo film a sorpresa in concorso all’edizione 2012 del Festival Internazionale del film di Roma diretta da Marco Mueller.

 

La pellicola intitolata Drug War racconta di Ming, cinico trafficante di droga, che si schianta in auto contro un negozio dopo l’esplosione del suo laboratorio dove si fabbrica eroina. Si salva la vita, ma ha la moglie e il cognato bloccati dentro la fabbrica. Lei, funzionario di polizia intelligente e attento, prova a rintracciare gli altri criminali offrendo a Ming l’opportunità di ridurre la pena detentiva. Ming decide di aiutarlo, tradendo tutti i suoi fratelli, ma all’ultimo minuto… Un viaggio all’interno del labirinto di mafia e traffici illegali, il primo film cinese che osa parlare apertamente di droga.

Drug War, il film

Drug War

Drug War dispiega gran parte degli elementi più iconici del cinema di Johnnie To che negli anni è diventato un grande specialista del poliziesco e del Noir, riuscendo a incasellare con una certa continuità i suoi film fra le migliori performace d’azione degli ultimi decenni, ricevendo il doveroso riconoscimento sia dal pubblico che dalla critica. Nonostante ciò Drug War rappresenterà forse un bivio per l’autore asiatico che qui per la prima volta rinuncia a virtuosismi e all’attenzione maniacale per l’estetica e la regia a favore della narrazione e soprattutto della recitazioni. Infatti, nell’evolversi della storia la pellicola si dimostra un film di recitazione e di avvenimenti più che di sequenze e di regia; cosa che forse avviene per la prima volta nella filmografia del regista, tanto da relegarsi troppo a semplice narratore e perdendo quel qualcosa in più che contraddistingueva i suoi film.

Il risultato è si un ottimo film di genere che fa della recitazione e della storia la sua vocazione principale ma che, anche per questo motivo, a molti potrà sembrare un po’ semplicistico e forse un po’ piatto. In ogni caso, rimane comunque un coraggioso affresco del problema della droga che attanaglia anche la Cina e il continente asiatico. Un racconto sincero e veritiero di questo male ormai incurabile che affligge le esistenze di questo mondo. Nota estremamente positiva è la sequenza finale colma di tensione e di proiettili impazziti, che non sarà certo una delle migliori sequenze nella filmografia del regista, ma che certamente farà felici gli amanti del genere.

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