Il rifugio: recensione del film di François Ozon

Il rifugio recensione

Ozon non è certo un regista che si fa attendere, con Il Rifugio giunge addirittura al decimo film in undici anni. Proprio per questo temevo che l’ultimo arrivato fosse una prova sottotono e invece mi sono dovuto ricredere. Girato in fretta e furia causa la maternità dell’attrice principale Isabelle Carrè, sembra invece trarre forza da una malcelata istintività che dà forza alla scena.

 

Il regista francese torna alle atmosfere di Sotto la sabbia raccontando una storia che intreccia il tema della maternità con quello della droga e della solitudine. La giovane Mousse ha perso il suo compagno Louis dopo una notte di eroina passata insieme, subito dopo scopre di essere incinta di lui, decide quindi di tenere il bambino nonostante il parere contrario di chi la circonda e si rifugia in una casa al mare per portare avanti la gravidanza lasciando Parigi.

Il rifugio

Il rifugioQui le farà visita dopo qualche mese Paul, il fratello minore di Louis, con cui si instaurerà un rapporto molto intimo dopo una freddezza iniziale che la aiuterà a capire quali sono le priorità per lei e soprattutto per il bambino. Una pellicola quindi che osserva da vicino le fragilità di una donna sola, indecisa e ancora tossicodipendente, una Isabelle Carrè che realmente incinta è convincente dopo molti ruoli da brava ragazza della porta accanto.

Convincente anche il cantante Louis Ronan Choisy, qui alla sua prima prova attoriale e nonostante le differenze con la Carrè si notino tutte riesce ad essere non banale, donando alla pellicola anche una struggente prova al piano. Lo stile di Ozon si fa qui essenziale ed elegante grazie ad una bellissima fotografia raggiunta con le ultime tecniche HD per la prima volta usate dal regista transalpino.

Ozon è un regista altalenante ma Il Rifugio rappresenta una delle sue vette andando ad avvicinare stilisticamente alcuni mostri sacri sempre francesi di qualche decennio fa, ultima ma non meno importante è la sua capacità di emozionare dando anche a scene all’apparenza scontate un tocco di classe.

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