Paranormal Activity 2: recensione del film Tod Williams

Paranormal Activity 2

Paranormal Activity 2 – Dopo appena un anno di distanza dalla distribuzione del primo capitolo, ritroviamo in sala un non tanto atteso (quanto utile) prequel del fortunato franchise ideato dal regista israeliano Oren Peli  che in questa occasione passa alla produzione lasciando la regia a Tod Williams.

 

Questa volta la linea temporale arretra di circa sessanta giorni dalla morte di Micah e si sposta nell’abitazione di Kristi, la sorella di Katie, in cui vive con suo marito, i suoi due figli e il cane Abby. Dotata di un sistema di videosorveglianza, la casa sarà il fulcro di una serie di eventi paranormali che coinvolgeranno tutta la famiglia.

Oren Peli, qui in veste di sceneggiatore e produttore, non cambia una virgola rispetto al suo esordio, la sceneggiatura è pressochè identica alla precedente, nulla di nuovo e pochissimi elementi che torneranno utili ai fini dell’opera vista nel complesso. Quello che viene da chiedersi è quale sia lo scopo di questo film e l’unica risposta che pare essere sensata è che sia l’ennesima trovata commerciale per recuperare più denaro possibile da un franchise di successo.

Paranormal Activity 2

Paranormal Activity 2Con soli 15000 dollari spesi, Paranormal Activity ha guadagnato milioni su milioni arricchendo Peli e i suoi attori e ha fatto centro nel cuore della Paramount Pictures che annunciò immediatamente un secondo capitolo con un budget decisamente più alto che si è aggirato intorno ai 3 milioni, tuttavia un budget simile per un mockumentary come questo ha potuto permettere a tutti quanti di stare molto comodi e magari di tenersi anche il resto.

Ritroviamo anche Katie Featherston e Micah Sloat, che interpretano piccoli ruoli di contorno al nuovo cast composto da Sprague Grayden su tutti che comunque non rende come l’efficace coppia vista in precedenza.

Le aspettative per questa pellicola sono poche, già si sa quello che potrebbe succedere e quello che succederà, la curiosità non esiste più, il trucco del “non mostrare” è stato paradossalmente già mostrato, lo stile del mockumentary è stato utilizzato in ogni modo negli ultimi anni (da Rec a Cloverfield passando per Il quarto tipo) e il cast sconosciuto non aiuta di certo. Al termine dopo essersi agganciato al primo film, Paranormal Activity 2 da prequel si trasforma in sequel regalandoci qualche minuto localizzabile dopo la fine del primo film, qui troviamo di nuovo Katie e ci viene mostrato quanto è successo dopo.

In sostanza è un prodotto che nulla toglie e nulla aggiunge al primo film e che può benissimo trovare la sua collocazione nel gruppo dei “prequel/sequel inutili”, quello che ci si augura e che fra uno, due o cinque anni non ci troveremo alle prese con un terzo capitolo.

Paranormal Activity 2

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