Tournée

Esce nelle sale italiane il prossimo 16 Marzo Tournée di Mathieu Amalric, attore francese pluripremiato, ora regista di un film che all’ultimo Festival di Cannes ha vinto proprio la palma d’oro per la miglior regia. Forte di questo, ci si concentra sulle immagini e la storia perché i dialoghi, complice quasi certamente la traduzione in italiano, sono a volte incomprensibili.

 

La storia principale di Tournée riguarda un gruppo di personaggi; da questi partiranno poi due racconti: motore della storia principale è Joachim, ex divo della televisione francese, fuggito in America a cercare fortuna, torna in patria come impresario con un carico di ballerine di New Burlesque nel quale vede vita, vitalità e novità. Le ha riunite scegliendole in varie città statunitensi, ognuna con una caratteristica diversa e una storia da raccontare, ognuna con un suo modo di interpretare il burlesque di cui però tutte e quattro rappresentano l’essenza principale: non è un gioco per rifatte dai corpi perfetti, ma piuttosto donne che così prendono in giro i loro difetti e mettono in gioco se stesse e il pubblico, finendo poi con apprezzare anche quello che non va.

Tournée, film

Joachim le ha selezionate una ad una, perché normalmente lavorano da sole, tra di loro c’è anche un uomo, e ha promesso loro una tournée in Francia, prima nelle città più piccole e di porto, per poi arrivare a Parigi. Sulla strada per la capitale però capita un imprevisto e Joachim deve abbandonare il suo gruppo per correre a Parigi a risolvere il problema, ritornando di colpo in quella realtà che aveva abbandonato: l’amico ex collega regista televisivo di successo che lo aiuta con molti sforzi e poca voglia, l’impresario parigino che ha rimpiazzato lo spettacolo di sconosciute glitter di Joachim con uno spettacolo serio che ha però per protagonista una star, una vecchia fiamma che non aspettava di vederlo per potersi finalmente infuriare per il trattamento ricevuto.

Persa ogni speranza di riconquistare Parigi, Joachim torna dal gruppo di signore americane che chiedono di vedere la Francia, ma che per ora vedono solo filtrata dalle catene di alberghi tutti uguali, in cui lavorano concierge del tutto simili (è in realtà lo stesso attore che fa lo stesso ruolo in due hotel differenti) che ormai è la sua nuova famiglia. La sensazione che si ha guardando Tournée è quella di assistere ad un esperimento di incrocio culturale: Amalric prende infatti delle ultraquarantenni attrici di avanspettacolo e le mette in gioco in un’ambientazione a loro totalmente estranea, per vedere cosa succede.

L’idea di Tournée viene da un libro degli inizi del secolo scorso di Colette, “L’altra faccia del Music Hall” poi contaminato da un articolo sul new burlesque che il regista lesse più di sei anni fa. L’operazione, più che far interessare alla disciplina dello spettacolo, ormai di gran moda, si concentra sulle donne e su cosa le spinge e che cosa esprimono attraverso questo spettacolo. Amalric porta sullo schermo la vita di queste donne che hanno trovato in questa arte un sistema per affrontare i loro problemi sia di accettazione del proprio fisico che un modo per avere la possibilità di dimenticare o sminuire una situazione familiare magari difficile.

Delle quattro donne protagoniste non conosciamo niente di più che il nome, Amalric lascia infatti che siano i loro corpi a parlare, i tatuaggi le rughe, le pance e i fondoschiena. Su di loro infatti la macchina da presa indugia in dettagli molto stretti, mentre l’impresario Joachim è quasi sempre ripreso inquadrato in qualcos’altro, una volta la cabina telefonica, in un altro momento è l’apertura sul palco che gli permette di vedere una delle ragazze mentre mette in scena in suo spettacolo. D’altra parte Joachim e le performers sono rappresentazioni di due stati d’animo opposti: la libertà che le donne hanno trovato attraverso il burlesque e dall’altro lato la costrizione, data dalla famiglia, dalle amicizie, dalla rigidità degli schemi, come ad esempio quello che non permette al concierge di abbassare la musica dell’albergo perché “è stata programmata così”, in cui invece fino a quel momento ha vissuto Joachim.

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