Turn Me On, Goddammit! – recensione

Vincitore del Premio del Pubblico al Tribeca Film Festival 2011, Turn Me On, Goddammit! (perla donataci dalla sezione più cool del Festival, Extra di Mario Sesti) narra la storia di Alma, splendida adolescente norvegese in piena crisi ormonale che, a causa di un fortuito quanto divertente (per il pubblico, tragico per la diretta interessata) incidente di percorso che vede coinvolto il bello della scuola, si vede trasformata in paria da un giorno all’altro. La sagace ed esuberante fanciulla deciderà di combattere l’opinione pubblica (amiche e compagni di scuola) a modo suo. Ciò darà vita ad uno tsunami di eventi, un’escalation tragicomica che vedrà protagonisti tutti gli abitanti dell’ameno villaggio, dall’anziana spiona che potrebbe essere assunta dalla CIA sulla fiducia, sino alle due sorelle (intellettuale ed impegnata la mora, frivola e civettuola la bionda), passando attraverso la figura della madre per giungere, dulcis in fundo, all’irresistibile cagnolino!

 

La giovane documentarista Jannicke Systad Jacobsen ha regalato al pubblico di Roma la più bella, la più autentica e dirompente visione del sesso tra adolescenti, condensata in questo suo ottavo lavoro (il primo di fiction) che brilla per leggerezza ed equilibrio narrativo. Eccezionale il casting, condotto nelle scuole norvegesi, dal quale è stata scelta la perfetta interprete per il ruolo di Alma, la studentessa Helene Bergsholm, alla sua prima apparizione cinematografica…anche se non lo direste mai.

Come nel fortunato Juno di Jason Reitman (presentato a Roma nel 2007 e vincitore del Marco Aurelio per il Miglior Film), ciò che immediatamente avvince lo spettatore è il sarcastico (mortalmente divertente!) microcosmo in cui i personaggi si trovano ad agire ed a subire il proprio periferico destino. Una specie di palla di vetro piena di neve, ove ogni elemento è bollato come terribilmente noioso (i primi venti minuti del film, in cui si passa dalla scena hot al telefono ai noiosi elementi del paesaggio, minuziosamente e disperatamente descritti dalla voce off della protagonista colta sul fatto, meritano da soli il prezzo del biglietto. Le bimbe saltellanti e le pecore su tutti).

In conclusione, siamo di fronte ad una notevole prova e non resta che sperare nella lungimiranza degli esercenti-distributori italiani, affinché mettano da parte le proprie rigidezze e decidano di far uscire il film nelle sale.

di Massimo Frezza (http://www.binarioloco.it/)

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