Un Giorno Speciale: recensione del film

Un Giorno Speciale

Presentato alla 69^ edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, Un Giorno Speciale di Francesca Comencini (Lo spazio bianco, Mi piace lavorare – Mobbing) arriverà nelle nostre sale il prossimo 4 Ottobre.

 

Tratto dal libro “Il cielo con un dito” di Claudio Bigagli, il film racconta la storia di Marco (Filippo Scicchitano, Scialla!), e Gina (Giulia Valentini), due ragazzi giovanissimi che vogliono cambiare le proprie vite e che s’incontrano nel giorno preciso in cui questo può succedere. Lei ha un appuntamento da un politico che potrebbe aiutarla a entrare nel mondo dello spettacolo e lui è l’autista, al suo primo giorno di lavoro, che ha il compito di accompagnarla.

Un Giorno Speciale, il film

L’esperienza in ambito documentaristico della Comencini, il montaggio lineare, asciutto di Massimo Fiocchi e Chiara Vullo, e la scelta della telecamera digitale Red Epic da parte di Luca Bigazzi (This Must Be The Place, il Divo) determinano il tono e il ritmo di tutto il film: dalle inquadrature poco dopo l’alba dei palazzi di periferia da cui escono le fastidiose voci dei programmi televisivi, alle passeggiate di Marco e Gina fuori Roma oppure circondati dai turisti che affollano le vie del centro.

Alcune sequenze sono riprese, invece, con uno sguardo più intimo anche se privo di giudizi morali, come la preparazione di Gina da parte della madre per il suo appuntamento, che la regista ha voluto interpretare come un rito di passaggio dall’adolescenza alla vita adulta, quasi fosse il giorno del suo matrimonio. La volontà di riprendere con semplicità e leggerezza questa storia, che approccia in crescendo temi d’attualità come l’inquinamento culturale prodotto dalla TV e gli scandali sessuali nella politica, raggiunge lo scopo di far sentire la pesantezza dell’esperienza che stanno vivendo i due ragazzi, un’esperienza dura e amara.

Molto interessante è lo scambio di ruoli che avviene tra i due protagonisti alla fine del film, dove la ribellione solo apparente e superficiale dell’una diventa lo sfogo rabbioso contro la società ipocrita dell’altro. Infatti, nella visione della Comencini, la figura femminile è rappresentata forte e coraggiosa finché non deve affrontare il mondo degli uomini, fatto di potere e compromessi. Sia la Valentini che Scicchitano si calano perfettamente nei rispettivi ruoli, mostrandoci in modo convincente la forza e la debolezza, la muta disperazione e la viscerale rabbia dei loro personaggi. L’unica nota negativa è il finale, che lascia qualche dubbio d’interpretazione al pubblico.

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