In una Berlino ghiacciata, con le temperature di qualche grado sotto lo zero, Isabel Coixet ha incontrato la stampa internazionale della 65ma Berlinale, aprendo ufficialmente le danze della competizione. Con i suoi ormai tradizionali occhiali spessi e un giubbetto nero decisamente aggressivo, la regista spagnola ha inscenato un vero e proprio spettacolo presentando la sua ultima fatica, Nobody Wants The Night. Il film è il racconto romanzato della vera vita di Josephine Peary, moglie del primo esploratore americano a raggiungere il Polo Nord nel 1909. Un’opera interamente al femminile sia nella realizzazione, forte di una sensibilità particolare, che nelle interpretazioni. Protagoniste assolute del film sono infatti Juliette Binoche e Rinko Kikuchi, in conferenza stampa accanto alla regista.
Tre personalità differenti, distanti culturalmente ma accomunate dall’essere donna. “Sono stata accusata (scherzando ndr.) di aver trattato il personaggio di Allaka come una transgender. Assolutamente no, come si può pensare una cosa del genere. Ha le sue tette, la sua vagina, è assolutamente donna a tutti gli effetti” ha tuonato la regista punzecchiata dalla platea. “Queste polemiche sul sesso sono incredibilmente noiose. Del resto non c’è mica bisogno di avere un ca**o per fare le cose per bene.” L’animo mediterraneo della Coixet è senza dubbio il più esuberante, fra i tre. Alla Binoche, in un elegantissimo vestito bianco, spetta la parte più seria, interessante del dibattito: “Com’è stato girare al freddo? A dire il vero abbiamo girato la maggior parte delle scene in uno studio a Tenerife, sotto il caldo dei riflettori e del vento artificiale..! La vera sfida è stata apparire infreddoliti.
Ci sono state anche volte in cui ho avuto a disposizione una cella frigorifera, la utilizzavo prima di iniziare le riprese.” Ma come si prepara un personaggio del genere, che ha vissuto per mesi al freddo della Groenlandia patendo la fame? “È stato un ruolo straordinario, è una donna perfettamente padrona del suo mondo, con delle idee e delle convinzioni, ma con il confronto con la natura selvaggia deve cedere terreno, diventare più piccola. Per preparami ho letto i libri di Josephine Peary, da cui ho preso tantissimo, ma anche il lavoro di Isabel (Coixet, ndr.) è stato fondamentale.”
Totalmente differente il
punto di vista di Rinko Kikuchi, giovane attrice giapponese classe
1981, che nel curriculum ha già titoli come Pacific
Rim e 47 Ronin. “A differenza di
Josephine, Allaka è una bambina che inizia a scoprire il mondo, con
ingenuità e purezza. L’ho amata da subito.” Il racconto di questa
conferenza movimentata termina con le parole che Juliette Binoche
ha dedicato a Isabel Coixet, un’autentica dichiarazione d’amore
artistica: “Dopo aver letto la sceneggiatura ho pensato a Ingmar
Bergman, che ha raccontato in modo splendido le donne. Isabel è una
vera pittrice, non ama dare ordini ma lascia che le cose accadano
in modo naturale.”