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Stan Lee: 15 curiosità su “The Man” della Marvel

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Ha dedicato tutta la sua vita alla Marvel e allo stesso tempo la Casa delle Idee deve quasi tutto a lui: Stan Lee, detto The Man, ha avuto una vita ricca di avvenimenti e curiosità, e di seguito ve ne elenchiamo alcune.

15 curiosità su Stan Lee

The Man: 15 curiosità su Stan Lee

Stan LeeSoprannominato The Man, è l’uomo immagine dell’azienda e con grande leggerezza è passato ad essere anche l’immagine dei film Marvel, indipendentemente dallo studio di produzione, perché compare in tutti i cinecomics che vedono protagonisti personaggi da lui creati. Ecco 15 cose che forse non sapete su Stan Lee.

Ha fatto lanciare a Cap il suo scudo

Quando Captain America debuttò, in “Captain America Comics” #1 nel 1940, Joe Simon e Jack Kirby gli disegnarono uno scudo a punta il che però lo rendeva molto simile a Shield, un personaggio che avevano creato precedentemente. A partire dal secondo numero gli diedero quindi lo scudo rotondo, ma fu solo in “Captain America Comics” #3 che Cap cominciò a lancira lo scudo usandolo anche come arma. Quel numero è stato il primo lavoro a fumetti di Stan Lee.

È quasi andato in fallimento negli anni ’50

A seguito dell’introduzione del Comics Code, nel 1956, la Marvel (all’epoca ancora Atlas Comics) subì una seria limitazione nelle vendite, e così Martin Goodman, proprietario dell’azienda, decise di rivolgersi alla American News Company per la distribuzione. Tuttavia la American News Company stava affrontando una importante causa contro il governo federale che la spinse a escludere dalle sue distribuzioni la Atlas che fu costretta a stringere un accordo con la DC Comics e il loro distributore, Independent News Distributors. Se Goodman non fosse riuscito a concludere l’accordo, Lee sarebbe rimasto senza lavoro ancora prima che la Marvel vera e propria nascesse!

Pensava che il nome di Bruce Banner fosse Bob

Agli inizi della Marvel, Stan Lee scriveva tutte le storie o quasi, per cui era molto difficile tenere a mente le storyline e i personaggi per una sola persona, oltre al fatto che Lee ha sempre avuto una scarsa memoria. Proprio per questo, molti suoi personaggi hanno nome e cognome che cominciano con la stessa lettera, espediente utilizzato per ricordarli meglio. Tuttavia, gli è capitato di sbagliare nome ugualmente, come quando ha usato “Bob Banner” in “Fantastic Four” #25. L’errore è stato giustificato dicendo che Robert – Bob diminutivo – era il primo nome di Banner e che Bruce fosse il secondo. Si è poi deciso di tenere Bruce.

Si è dimenticato se Mary Jane era bella o brutta

Ditko e Lee lavorarono a distanza su “Amazing Spider-Man” #25 ma poi lasciarono il lavoro per un anno. Quando Lee lo riprese, lavorando per con John Romita, nel numero #42 si presentò il problema di presentare Mary Jane Watson. Ditko l’aveva presentata come molto carina, ma Lee lo aveva dimenticato e così solo l’insistenza di Romita lo convinse a farne una bella ragazza, perché pensava dovesse essere brutta.

Il suo metodo ha conditto la Marvel alle storyline multiple

Il metodo di lavoro di Stan Lee, di partire da una storyline per poi svilupparne altre, è diventato il metodo della Marvel stessa, che è diventata poi famosa per le storyline multiple.

Ha combattuto la Legione dei Supereroi

Nel 1966, Stan Lee mise in vendita con la Marvel la Stan’s Soapbox, “offrendo” agli avversari che a detta sua volevano imitare lo stile Marvel, i vecchi script della Casa delle Idee. La Adventure Comics, con La Legione dei Supereroi, rispose a tono a Lee, smentendo i riferimenti a Spider-Man nei loro lavori.

Ha scritto solo lui di Silver Surfer

Appena Kirby lo creò come braccio di Galactus, Lee si interessò subito a Silver Surfer in maniera così profonda che alla Marvel c’era la regola che nessuno, a parte Stan Lee, potesse lavorare alle storie del personaggio. Gli altri autori dovevano addirittura chiedere il permesso a Lee per prendere in prestito il personaggio nelle loro storie, ma questo monopolio è durato fino al 1987, quando la Marvel assunse Steve Englehart.

Ha scritto un film con Alain Resnais

Il regista francese era un grande fan dei fumetti. Quando visitò New York tra il 1968 e il 1971, volle incontrare Lee per lavorare con lui. La prima collaborazione non andò mai oltre il trattamento, mentre la seconda, The Monster Maker, finì con una sceneggiatura completa firmata da Lee stesso.

Ha eliminato i punti esclamativi

Negli anni ’70 Stan Lee cominciò una vita pubblica molto intensa di convention e incontri. Appena cominciò ad avere più autorevolezza, cominciò a perndere decisioni importanti sul suo modo di lavorare, tanto che nel 1971 decise di eliminare i punti esclamativi, la decisione durò soltanto tre mesi.

La saga dei cloni è stata una mossa disperata

Negli anni ’70, come detto, Lee divenne una figura pubblica e questo ruolo lo allontanò dallo scrivere fumetti. Questa sua assenza portò, in Amazing Spider-Man #121, alla morte di Gwen Stacy per mano di Gerry Conway. Lee dichiarò che non ne sapeva niente, ma la cosa non era plausibile data la sua influenza alla Marvel. Così, a seguito delle proteste dei fan, Conway e Lee decisero di inserire nel fumetto un clone di Gwen Stacy che ha poi condotto all’originale saga dei cloni.

Per puro caso, ha dato un naso a Iron Man

A seguito di problemi di comunicazione con il reparto artistico, un commento di Lee (“Ma non dovrebbe avere un naso?”), è capitato che in un numero Iron Man avesse un naso sull’elmo dell’armatura.

Aveva eliminato il verde

Quando Jim Shooter divenne direttore editoriale della Marvel, entrò in conflitto con il capo colorista, George Roussos. Il conflitto nasceva dal fatto che Shooter voleva un fondo verde per “The Master of Kung Fu” #68 ma Roussos rifiutava perché Lee aveva bandito il verde dalle tavole. La questione arrivò a Lee stesso che alla fine decise che poteva andare.

Ha posato nudo

In un numero di “Marvel Fumetti Book”, Lee posò nudo per una vignetta, ma nella versione pubbblicata gli fu applicato un enorme costume da Hulk.

Fermò gli Excelsior

Una delle frasi più note di Lee è l’esclamazione Excelsior, che è anche il motto dello stato di New York. La Pow! Entertainment di proprietà di Lee voleva pubblicare la sua biografia con questo titolo. Questo impedì a un nuovo gruppo di supereroi di adottare quel nome, e questi vennero poi chiamati The Loners.

Il cameo che tutti hanno dimenticato

Oltre ai cameo per i film di supereroi, nel 2004 Stan Lee ha una breve apparizione in The Princess Diaries 2, in cui interagisce persino con Julie Andrews.