
Scene di panico, urla e pianti, i ragazzi ieri hanno avuto un’accoglienza degna di una rock-band alla Coin di San Giovanni dove era stato organizzato il meet & greet, per cui la gente aveva preso posto dall’alba. Non era una sorpresa che ci sarebbe stata così tanta gente, dopotutto il trio inglese è stato invitato in Italia proprio grazie alla richiesta delle fan che hanno fatto diventare #PoshCastInItaly trendic topic su Twitter tanto da spingere la casa di produzione ad organizzare un evento.
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“E’ un onore ed eravamo tutti sorpresi, quella di ieri è stata un’esperienza che ci ha fatto venire i brividi, c’erano così tante ragazze (e ragazzi!),” commenta Douglas Booth e conferma Max Irons “Sono contentissimo. Ieri è stato assurdo, sono quasi svenuto da quanta gente c’era! Sono contento che un pubblico così giovane voglia vedere questo film, perché è diverso dagli altri… non è il classico film con i supereroi o una saga, ma un film che affronta un argomento importante.” Sam Claflin invece scherza: “Ho promesso a tutti una vacanza se diventavamo TT! No veramente, non so cosa gli sia preso a queste persone, forse molti pensavano che fossimo i One Direction! La cosa bella dell’Italia è che i fan sono così passionali e affettuosi… Siamo veramente grati per tutti i fan che sono venuti ieri e che verranno stasera!”

Nel film i tre ragazzi fanno parte dell’elitario The Riot Club, dove solo 10 tra tutti gli studenti di Oxford vengono ammessi ed iniziati ai privilegi di questa società segreta. Menti brillanti, ragazzi carismatici, che saranno figure di spicco della futura classe dirigente, ma che protetti dall’esclusività del club si permettono di comportarsi come vogliono pronti a pagare i danni e a mettere a tacere l’accaduto. “Quando abbiamo letto lo script abbiamo pensato ‘questo tipo di gente non può esistere davvero’, ma poi abbiamo conosciuto persone di questi club e ci siamo dovuti ricredere. Il glamour e il potere che esercitano può essere seducente, ma di certo non invidio il loro stile di vita.” commenta Douglas Booth, che nel film interpreta Henry, “L’obbiettivo è proprio quello di ammaliare all’inizio il pubblico che si sente cullato in un falso senso di sicurezza che trasmette il gruppo, così poi risultano più efficaci i risvolti della storia.”
“Noi ci siamo messi in una posizione dove non dovevamo giudicare le loro azioni, perché siamo attori e il nostro compito era proprio quello di mostrare e far capire che tipo di vita porta avanti questo tipo di gente.” commenta Max Irons, che all’inizio aveva addirittura pensato di rifiutare la parte proprio perché non voleva rappresentare questo tipo di comportamenti, “Sicuramente è una forte tentazione voler entrare in quella stretta cerchia di potere, si può essere invidiosi di quel mondo? Certo, ma qui parliamo di natura umana ed è l’essere umano che sceglie che strada prendere…”
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Sin da quando era uscito lo spettacolo teatrale di era subito pensato rappresentasse il Bullingdon Club,società segreta frequentato tra gli altri anche da David Cameron, primo ministro inglese. Per caso ha visto il film? “Sapete Cameron era un po’ occupato con questioni di poco conto come la Scozia e la Syria… quindi non so se ha avuto il tempo di vederlo in effetti!” commenta Pete Czernin, “Ma a parte gli scherzi, il mondo è pieno di club del genere. Non è crimine essere posh, appartenere all’upper class o avere capelli impomatati, è un crimine essere arroganti e presuntuosi e sentire il potere di poter comprare le persone. Questi club esistono, sono stati poi i media ad associarlo al Bullingdon di Cameron.”
