Arriva in Italia il 2 febbraio il documentario Life Animated, basato su una storia vera, emozionante, che ha dell’incredibile, una storia di vita e di speranza e soprattutto di cartoni animati Disney.
Diretto da Roger Ross Williams, il documentario racconta la storia di Owen Suskind attraverso la ricostruzione che ne ha fatto il padre, il premio Pulitzer Ron Suskind, dal titolo Life, Animated: a Story of Sidekicks, Heroes, and Autism.
La storia di Owen in Life Animated
Owen è un bambino sano e felice, ma intorno ai tre anni comincia a manifestare una forma di autismo che lo porta a rimanere muto per un anno. Durante la festa di compleanno del fratello maggiore, Owen si rivolge ai genitori con una frase tratta da Il Libro della Giungla: sono le prime parole che Owen dice dopo tantissimo tempo e hanno una relazione non solo con il cartone animato Disney, ma anche con la situazione che in quel momento sta vivendo il bimbo. Allora, il padre ha un’intuizione che si rivela vincente. Imitando la voce di Jago, il pappagallo rosso di Aladdin, si rivolge al figlio e in questo modo parlano per oltre un minuto.
Da quell’episodio i genitori di Owen capiscono che c’è una connessione tra la sindrome di Owen e il fatto che lui riesca a comunicare attraverso i film Disney, e proprio sfruttando questa connessione, la famiglia e i terapisti cominciano a far tornare vivo Owen.
Life Animated: passato e
presente si incrociano
Nel film incontriamo il protagonista ormai ventitreenne, alle prese con il diploma e con la prospettiva di andare a vivere da solo, in (quasi) completa autonomia. Questo passaggio all’età adulta di Owen si accompagna con i primi turbamenti e le prime delusioni sentimentali, ma anche con un sorriso gioioso per quello che verrà e per la conquistata indipendenza.
Nella costruzione di Life Animated, Williams utilizza dei filmati di repertorio, filmini domestici di Owen bambino, e li alterna con riprese della contemporaneità del giovane uomo, seguendolo nelle settimane precedenti e successive al diploma e riprendendone alcuni momenti importanti, con tanto di dichiarazioni e commenti da parte di Owen stesso e della sua famiglia. Al passato e al presente si mescolano alcune sequenze animate, realizzate a partire dai disegni di Owen stesso, che, neanche a dirlo, riproduce i personaggi dei film Disney, ma non tutti, soltanto quelli secondari, come Jago, o Abu, Timon, Baloo e Sebastian.
Life Animated: il trailer del film
In questa narrazione tripartita si snoda un racconto commovente per la gioia che riesce a esprimere la vicenda, ma che stimola anche la curiosità e ci pone domande importanti sull’autismo e sul modo per assistere al meglio le persone che ne soffrono. Quello che rende il film importante come documento, appunto, è che proietta una luce su una storia che potrebbe avere delle ricadute positive anche nella ricerca e nella sensibilizzazione. D’altro canto è però un po’ meno commovente il fatto che il documentario sia costruito a tavolino, non solo seguendo Owen, ma inserendosi indebitamente anche nella sua vita privata, a semplificarla quasi, mostrando ogni momento privato di un ragazzo che nonostante i suoi ostacoli, sogna di vivere in autonomia.
C’è paura della
solitudine negli occhi di Owen, ma anche tanta fiducia verso il
futuro, verso il lavoro e verso l’amore; verso tutto ciò che rende
una vita piena e dignitosa. E questo non può essere ricreato né
svalutato da nessuna costruzione “a tavolino”.