Il Principe Abusivo: recensione del film Alessandro Siani

Il Principe Abusivo

Ne Il Principe Abusivo In un piccolo Principato del centro Europa,  vive Letizia/Sarah Felberbaum, una principessa che sogna di diventare un’importante filantropa, ma, purtroppo, oggi senza qualche scandalo non si ottiene la fama con cui si raccolgono i soldi per la beneficienza. Preoccupato per la figlia, il Re/Marco Messeri chiede al ciambellano di corte Anastasio/Christian De Sica di aiutarla.

 

Per far scalpore serve che la principessa s’innamori di uno del popolo, arrivando a rifiutare la corona pur di stare con lui. Scelto il piano, Anastasio cerca l’uomo più miserabile d’Europa, trovandolo in Antonio De Biase/Alessandro Siani, un giovane napoletano che vive a scrocco, facendo da cavia per gli esperimenti farmaceutici. Con l’inganno sarà portato nel Principato e convinto che la principessa, incontrata un giorno per caso, si sia innamorata di lui. Durante il soggiorno al castello, mentre Antonio passa il suo tempo a studiare l’etichetta per essere degno di Letizia, gli faranno visita i suoi amici e sua cugina Jessica/Serena Autieri. L’irreprensibile Anastasio s’innamorerà di lei e per conquistarla chiederà ad Antonio di trasformarlo in un napoletano doc.

Prodotta da Cattleya con Rai Cinema e scritta in collaborazione con Fabio Bonifacci (Diverso da chi?, Benvenuti al Nord), la commedia Il Principe Abusivo è il primo film da regista per Alessandro Siani, comico napoletano che ha raggiunto la popolarità grazie a Benvenuti al Sud di Luca Miniero. Siani qui ripropone il suo essere napoletano col duplice intento di far ridere e di parlare di ricchezza e povertà, mettendole a confronto grazie all’amore tra una principessa e un disoccupato napoletano. L’intento dichiarato almeno era questo, ma non il risultato.

Il tema della differenza sociale e del divario economico, ci vengono mostrati, ma passivamente; la giustapposizione è tra due realtà così agli antipodi, che non basta attribuire al Re vizi e debolezze tipiche dei politici d’oggi per mettere in piedi una calzante allegoria del nostro Paese e del disagio economico che molti stanno vivendo. Sembra che il regista/sceneggiatore si sia preoccupato di trovare più gli spunti comici che quelli narrativi, relegando spesso i personaggi a delle macchiette. La storia segue il percorso classico delle commedie, prende ad esempio le trame di My Fair Lady e de Il Conte Max, cita Cyrano de Bergerac e Cantando sotto la pioggia, ma la struttura del film ha diversi punti deboli e troppo spesso ciò che accade rimane fine a se stesso. Si ride, a volte di gusto, soprattutto perché la comicità di Siani non è volgare ma genuina e spontanea e la sua alchimia con De Sica è tangibile. I momenti romantici che dovrebbero dare un tocco in più alla trama, però, vengono quasi tutti smorzati da un’invadente comicità.

 Il Principe Abusivo diverte, ma non convince, così come Siani/regista, che forse non ha saputo gestire bene il doppio ruolo assunto per questo progetto. Nelle sale dal 14 febbraio.

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