Vita di Pi: recensione del film di Ang Lee

Vita di Pi Film

A sette anni dal suo ultimo successo internazionale, I Segreti di Brokeback Mountain, il regista di Taiwan Ang Lee torna al cinema con Vita di Pi, un’avventura affascinante, epica e straziante, con un gran finale a sorpresa e un apparato visivo straordinario.

 

In Vita di Pi, Pi è un giovane indiano che, per seguire i genitori e il loro zoo in Canada, si imbarca su una nave mercantile per attraversare il Pacifico. In prossimità della fossa delle Marianne, una tremenda tempesta si abbatte sulla possente imbarcazione,  e la fa colare a picco. Il povero Pi sarà l’unico superstite del naufragio, lui e una tigre del Bengala di nome Richard Parker. Ma si sa, convivere con una gigantesca tigre affamata nell’angusto spazio di una scialuppa di salvataggio di trenta posti non è proprio il massimo, e così Pi dovrà industriarsi per sopravvivere, permettendo anche all’animale di rimanere in vita.

Un film affascinante e coinvolgente

Vita di Pi è un film affascinante e coinvolgente, con una scenografia mozzafiato e un 3D, nato in casa Cameron, che toglie il fiato. Ang Lee sembra andare molto d’accordo con la tecnica, rivelandosi perfettamente in grado di gestire spazi, movimenti e personaggi all’interno dell’inquadratura, senza perdere mai di vista l’aspetto spettacolare della vicenda. Forte di una buona sceneggiatura, basata sull’omonimo romanzo di successo di Yann Martel, il film si basa su una struttura di racconto in prima persona: è lo stesso Pi che, dopo le sue avventure, racconta ciò che gli capitò durante il periodo che visse da naufrago anni prima ad uno scrittore in crisi che cerca una storia interessante di cui scrivere.

La dimensione del racconto, l’atmosfera terribilmente reale eppure favolistica che conservano le immagini, la presenza quasi ancestrale di una tigre che impara a convivere con un ragazzo di appena 16 anni, sono questi gli elementi che conferiscono al film un’aura di magia, che ne aumenta il fascino e restituisce allo spettatore un grandioso racconto di crescita e di sopravvivenza dell’uomo contro la natura. Gli effetti digitali del film si distinguono per lo straordinario uso della luce e dei colori, vivide macchie dalle infinite sfumature che si fondono nei tramonti più luminosi e nelle notti più splendenti di stelle. Straordinarie sono le scene, ben visibili nel trailer del film, del salto della megattera e del tramonto sul mare piatto come una tavola, mentre Pi affida alla corrente un messaggio in un barattolo.

Vita di Pi è un film profondamente poetico, che nel finale regala una rivelazione inaspettata e brutale, che si infrange contro la disponibilità dello spettatore a credere nelle favole. Straordinario film a ragione considerato uno dei favoriti per la stagione dei premi 2013.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
vita-di-pi-di-ang-leeVita di Pi è un film profondamente poetico, che nel finale regala una rivelazione inaspettata e brutale, che si infrange contro la disponibilità dello spettatore a credere nelle favole.