Ribelle – The Brave – recensione del film Pixar

Ribelle - The Brave

La prima immagine di Ribelle – The Brave ha infiammato i cuori di milioni di fan, i suoi indomiti folti e crespi capelli rossi sono diventati da subito il simbolo di un carattere ribelle, un cuore indomito, uno spirito libero. Il suo nome entra di diritto nella lunga lista delle principesse cinematografiche, ma attenzione, perché Merida è una vera dura. 

 

In Ribelle – The Brave  Merida, principessa primogenita di re Fergus e della regina Elinor rifiuta il suo compito di scegliere un pretendente trai figli dei lord del Regno, nonostante le pressioni della madre che vorrebbe obbligarla a seguire il suo dovere. Ossessionata da questa situazione alla quale Merida è decisa a non sottostare, si rivolge ad un’eccentrica vecchia Strega. Ma le cose non vanno esattamente come Merida ha previsto, e così ora deve affrettarsi a sistemare la situazione.

L’evoluzione femminile è finalmente compiuta: da Biancaneve che cantava “un dì da me verrà…” facendo riferimento al principe senza nome, siamo arrivati fino alla plebea Tiara che come sogno da realizzare non ha più quello di sposare il principe azzurro ma di aprire un ristorante, siamo passati però per la giovane sirenetta Ariel che disobbedisce al padre per seguire il suo cuore a per Mulan che dopo aver salvato la Cina torna trai fornelli. Adesso la principessa è davvero un’eroina: ribelle, coraggiosa, forte, indipendente e con un unico sogno, la libertà.

Ribelle – The Brave (in originale solo Brave) è davvero un film eccezionale. E’ raro leggere (e scrivere) dichiarazioni così totalizzanti eppure non ci sono altre definizioni. Prima di tutto il film è tecnicamente magistrale: i paesaggi naturali, la pelliccia degli animali, i riflessi dell’acqua e soprattutto la consistenza dei capelli (la cosa più complicata da riprodurre in CGI) raggiungono in questo film vette mai toccate, e tutto in un 3D luminosissimo e sfruttato alla perfezione da una regia, quella di Mark Andrews, epica e sapiente che si presta con eleganza al servizio dei protagonisti, diventando più di una volta personaggio lei stessa. Oltre ai pregi tecnici, indiscutibili, il film presenta anche un discorso abbastanza impegnativo sul rapporti genitori-figli, nella misura in cui ne mette in scena le dinamiche con estremo realismo e, attraverso un pizzico di magia che complica sempre le cose, ne estremizza le conseguenze, giungendo alla sospirata conclusione in maniera profonda e soprattutto costruttiva.

Ribelle – The Brave è corredato da una colonna sonora intonata all’ambiente: cornamuse a iosa descrivono e accompagnano le atmosfere filo-scozzesi che si respirano in tutto il film, sia nei paesaggi selvaggi, sia in quelli della rozza ma spensierata corte di re Fergus. Piccolo gioiello di comicità per il film sono i tre fratelli gemelli di Merida, bambinetti piccoli e terribili, più spiritelli dispettosi che bambini rappresentano la totale mancanza di controllo e l’immancabile elemento comico che distingue una storia ben scritta.

Ribelle – The Brave è un film che i genitori dovrebbero far vedere ai propri figli, e soprattutto alle proprie figlie: racconta una storia di responsabilità e di scelta, di coraggio (quello di chiedere scusa, e quello di perdonare),  di destino e di ricerca del proprio posto nel mondo. Il destino non è scritto per ognuno, perché ogni nostra decisione contribuisce a costruirne un pezzo; Merida impara a sue spese cosa vuol dire essere liberi e dovrà anche riuscire a capire in che modo e in che misura la propria libertà potrà e dovrà essere preservata.

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