Dune

Dune è un film del 1984 diretto da David Lynch e con protagonisti un cast composto da Kyle MacLachlan, Freddie Jones, Max von Sydow, Josè Ferrer, Sean Young, Francesca Annis, Patrick Stewart, Virginia Madsen, Sting e Silvana Mangano.

 

DuneTrama: In un futuro remoto (siamo oltre l’anno 10.000), l’umanità si è diffusa in lungo e in largo per il cosmo: a contendersi il potere, con dinamiche che ricordano quelle dell’età degli imperi, a cavallo tra il Medioevo e l’età moderna, sono una serie di ‘casate’ ognuna delle quali insediata su un proprio pianeta.

Gli equilibri di potere si giocano sul controllo di una sostanza particolare, la Spezia, in grado di conferire poteri straordinari a chi la assume, come l’ampliamento della propria coscienza o la capacità di trasferire intere flotte da una parte all’altra dell’universo. La Spezia,  può essere estratta solo nel pianeta Dune, un luogo arido e inospitale, abitato dai misteriosi Fremen, capaci di cavalcare i giganteschi vermi della sabbia che popolano il luogo, che sono in attesa di una sorta di ‘messia’ che dovrebbe guidarli alla conquista del pianeta. Sullo sfondo della lotta per il controllo della spezia, si dipanano in varie sottotrame che finiscono per incrociarci tra di loro, intrighi di palazzo, tradimenti, antiche profezie…

Analisi: Nel 1984 i De Laurentiis, Dino e Raffaella, si imbarcano in una delle imprese più titaniche della storia del cinema: portare sul grande schermo il mondo creato da Fran Herbert nella saga di Dune, uno dei cicli più duraturi e celebrati della storia della letteratura di fantascienza: un romanzo che dai più era considerato del tutto adattabile nelle sale cinematografiche, non solo per la complessità della messa in scena, che avrebbe richiesto effetti speciali all’avanguardia, ma anche per il gran numero di personaggi, la complessità delle trame, fino al tipo di narrazione, spesso affidata a monologhi interiori.

Una sfida che qualche anno prima era stata lanciata da Alejandro Jodorowsky, coinvolgendo personalità del calibro di Moebius ed HR Giger, con l’idea di coinvolgere nel cast perfino Salvador Dalì; tuttavia la spugna venne gettata ben presto di fronte alle dimensioni dell’impresa.

DuneIl guanto di sfida venne allora raccolto dai De Laurentiis che affidarono la regia ad un giovane David Lynch, reduce dal successo di The Elephant Man, anche se apparentemente diffidente nei confronti del cinema fantascientifico (aveva infatti precedentemente rifiutato di dirigere Il ritorno dello Jedi, a causa dell’impossibilità di dare al film una propria personale impronta).

David Lynch accetta tuttavia l’incarico, e il risultato è un film che si ricorda soprattutto per la ricchezza visiva.

Il lato più arduo dell’impresa stava infatti nel dover costruire ambienti, scenografie, costumi diversificati per ognuno dei pianeti su cui è ambientato il film e delle casate che ne animano la trama, dando il senso per ognuna di esse di un radicato background storico-sociologico e culturale.

La sfida, su questo piano, è ampiamente vinta, anche grazie alla collaborazione con una serie di esperti di prim’ordine, tra cui anche il nostro Carlo Rambaldi, creatore dei vermi meccanici che popolano il pianeta Dune. Completa il cast tecnico anche Brian Eno, autore delle musiche originali, cui collaborarono anche i Toto in quello che probabilmente è l’episodio più inusuale della loro carriera.

La colonna sonora di Dune è completata da una selezione di brani di musica classica, con autori che vanno da Beethoven a Shostakovich.

Trattandosi di un colossal, si puntò ovviamente su un cast di prim’ordine, dando ampia discrezionalità allo stesso Lynch, che vi inserì Freddie Jones (col quale già lavorato in  The Elephant Man) e l’esordiente Kyle MacLachlan, poi destinato a diventare suo attore – feticcio. Tra gli altri fanno parte della partita Sean Young, un giovane Patrick Stewart che con la fantascienza sarebbe tornato a fare i conti a lungo nel ruolo del capitano Piccard in Star Trek: The Next Generation, fino a Sting. Assieme a loro, nomi ‘pesanti’ come Mx von Sydow, Jose Ferrer e Silvana Mangano, qui al suo penultimo ruolo cinematografico.

L’esito del film è tuttavia contrastato: in effetti l’impresa di portare sullo schermo in un solo film il complesso mondo creato da Herbert non appare del tutto riuscita: fossimo stati ai giorni nostri, il tutto sarebbe stato articolato in una trilogia, che avrebbe dato al pubblico di entrare maggiormente in confidenza con le ‘casate’ e le loro dinamiche. Concentrare tutto in un solo film, Dune finì almeno in parte per creare delle lacune e delle incomprensioni che, dai conoscitori della fonte letteraria, lasciarono interdetto il pubblico più ampio. In effetti il film, non riesce a offrire molto allo spettatore, oltre alla sua affascinante visionarietà: la trama e le motivazioni dei personaggi non sembrano mai del tutto comprensibili, la storia procede all’insegna di una lentezza a tratti esasperante, la scelta di affidare a una voce fuori campo i frequenti soliloqui dei protagonisti finisce per essere un ulteriore appesantimento. A questo si aggiungono i proverbiali ‘tagli apportati in fase di montaggio’ che avrebbero ridotto il film ai minimi termini (si favoleggia in proposito di una versione integrale di circa sei ore, ma si tratta di una ‘leggenda’ che non ha mai trovato conferme), che hanno forse reso ancora più criptica una trama già di per sé intricata.

Dune il film culto di David Lynch

DuneLa critica stroncò il film quasi unanimemente: il film venne addirittura accusato di omofobia, per il modo in cui era stato reso un personaggio che nel romanzo era esplicitamente gay; negli anni è stata addirittura lanciata l’accusa di aver contribuito a diffondere tra gli spettatori la falsa  convinzione che l’AIDS (che proprio in quegli anni stava assumendo i connotati di una malattia di vasta diffusione) riguardasse solo gli omosessuali.

Al botteghino le cose non andarono meglio: Dune fu sostanzialmente un flop negli Stati Uniti; migliore  l’accoglienza in Europa: l’opera ha avuto però maggiore successo col passare degli anni, ottenendo buoni riscontri nel mercato dell’home video e assurgendo allo stato di film – culto: il suo essere stato comunque un coraggioso tentativo di affrontare un’impresa improba col tempo sembra aver superato la sua scarsa riuscita. Frank Herbert, che collaborò attivamente al progetto, pur riconoscendone i limiti tuttavia ha sempre difeso il lavoro di Lynch.

Nei primi anni 2000 a Dune venne dedicata una miniserie televisiva, apparsa come un sostanziale remake del film, del quale riprendeva molte scene e situazioni.

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