Il generale dei Briganti: recensione della fiction

Abbiamo visto in anteprima i primi due episodi de Il generale dei Briganti, la nuova fiction Rai diretta da Paolo Poeti, in onda domenica 11 e lunedì 12 febbraio 2012. Un racconto storico che intreccia epopea popolare e tensione civile, restituendo la figura del celebre Carmine Crocco tra ideali, contraddizioni e un’Italia ancora divisa.

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A coronare i festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia ci ha pensato in extremis Rai Fiction, con una miniserie prodotta insieme ad Ellemme Group, Il Generale dei briganti. Protagonista Daniele Liotti, la fiction andrà in onda su Rai1 domenica 11 e lunedì 12 febbraio. Lodevole operazione che riesce ad armonizzare il lato storico con quello puramente fittizio, il film diretto da Paolo Poeti narra le gesta di Carmine Crocco, brigante e rivoluzionario lucano realmente esistito che si unì alla lotta per l’unificazione nazionale.

Un racconto tra storia e leggenda

La prima puntata si apre con Carmine che osserva da lontano i funerali del padre senza parteciparvi. Il deputato Mariano Aiello (Danilo Brugia) sta infatti portando avanti una caccia spietata nei confronti del giovane fuorilegge. Un lungo flashback ci svela il passato di Carmine, a partire da quando, bambino, vide la madre aggredita dal conte Guarino (Massimo Dapporto) perdere il figlio che portava in grembo. Adulto, Carmine parte soldato. Scrive all’amata Nennella (Raffaella Rea) che però, analfabeta, si fa leggere le lettere dallo scrivano di paese Antonio, il quale le tace il prossimo ritorno di Carmine per il matrimonio. Carmine diserta e torna a casa, ma trova Nennella sposata ad Antonio e sua sorella Rosina orrendamente sfregiata da Ferdinando Guarino, il figlio del conte colpevole della follia della madre. Grazie anche all’aiuto di Mariano, medico liberale innamorato di Giuseppina (Christiane Filangieri), riuscirà a scappare e ad unirsi alla banda capeggiata da Nicco Nacco (il sempre bravo Fabio Troiano), in seguito sposando la causa garibaldina.

Una fiction dal respiro epico

Interamente girata al Sud con uno stile che ricorda un po’ i vecchi western, l’opera è uno sguardo lucido sui sacrifici, forse dimenticati, che hanno accompagnato la nascita del nostro Paese. Un processo all’interno del quale, come afferma il regista, i briganti sono stati “perdenti tra i vincitori”, esclusi da quello Stato che avevano contribuito a creare.

Non manca, inoltre, una riflessione sul divario nord-sud e sulla spaccatura culturale vigente nella neonata nazione. Bisogna dire che la storia, ben accompagnata dalle musiche di Andrea Ridolfi, è avvincente e riesce, nonostante la durata notevole, a tenere alti i ritmi – complice anche la buona prova degli attori e la suspense creata dall’intreccio. Splendide le riprese della campagna lucana, e impeccabili i costumi di Mariano Tufano. Peccato solo che i dialoghi, forse nel tentativo di riprodurre la parlata dell’epoca, si macchino qua e là di un sentimentalismo che sfocia nel retorico.

Il generale dei Briganti
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Sommario

Interamente girata al Sud con uno stile che ricorda un po’ i vecchi western, l’opera è uno sguardo lucido sui sacrifici, forse dimenticati, che hanno accompagnato la nascita del nostro Paese.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice e Direttore Responsabile di Cinefilos.it dal 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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