Addio al Metropolitan

Metropolitan

 

Scompare il tempio delle versioni originali. Né la raccolta di firme di migliaia di spettatori contrari alla chiusura né il successo di un cinema specializzato nella proiezione di film in lingua originale con sottotitoli, diventando luogo deputato di incontro dei cinefili romani, sono state sufficienti a scongiurare la chiusura del cinema Metropolitan in via del Corso a Roma.

Dal 9 gennaio, la sala interromperà le programmazioni. Scaduto il contratto di affitto con Circuito Cinema, la Fininvest Immopbiliare, proprietaria della struttura ha venduto il cinema per una cifra che dovrebbe aggirarsi attorno ai 30 milioni di euro ad una società che fa capo al gruppo Benetton.

Il Metropolitan sarà dunque trasformato nell’ennesimo grande negozio di abbigliamento? “Proprio per scongiurare questa ipotesi- spiega Mario Carucci, segretario del Cub, sindacato cui aderiscono molti lavoratori dei cinema romani – abbiamo avuto lunedì un incontro con Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura del Comune di Roma, il quale ci ha garantito che il Campidoglio non concederà ai nuovi proprietari il cambio di destinazione d’uso della struttura”. Ma grazie alla cosiddetta delibera Nuovi Cinema Paradiso, che permette di riservare ad attività commerciale fino al 50% della cubatura originaria di un cinema il Metropolitan rischia, come minimo, di essere fortemente ridimensionato. “E’ inquietante – commenta ancora Carucci – che mentre associazioni e singoli cittadini hanno cercato di impedirne la vendita da parte di Circuito Cinema non ci sia stato alcun commento o comunicato in proposito. Un atteggiamento che ci porta ad essere pessimisti anche sul futuro di un’altra sala del gruppo, il Maestoso, attorno a cui si stanno moltiplicando voci, che ne annunciano la chiusura entro la prossima primavera”.

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Circuito Cinema respinge ogni accusa e precisa che non c’era alcuna possibilità di contrastare la decisione della proprietà dell’immobile di vendere. Ma la peculiarità del Metropolitan, ovvero l’offerta di cinema in originale, non sarà cancellata; la programmazione di questi film sarà trasferita in altre sale del circuito: Fiamma, Greenwich e Nuovo Olimpia. In un anno che ha fatto registrare molte novità nel panorama dell’esercizio cinematografico romano, anche nel settore dei multiplex con la sparizione di marchi prestigiosi, Warner Village e Vis Pathè, rilevati rispettivamente da The Space e UCI, incertezze e dubbi non riguardano solo il futuro di Circuito Cinema, ma anche dell’ex circuito Cecchi Gori, acquistato dal produttore Massimo Ferrero. L’accordo con il liquidatore prevedeva che entro la prima decade di dicembre, Ferrero completasse l’operazione, versando una restante tranche di 50 milioni di euro. Di fronte all’impossibilità di onorare l’impegno, a Ferrero è stata concessa, proprio ieri, dopo quella di giugno, una proroga di un anno.

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