Arriva Welliwood

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Dopo i fior di premi raccolti dalle ultime produzioni cinematografiche realizzate in Nuova Zelanda – si vede la trilogia de Il Signore degli Anelli, King Kong, la saga di Narnia, Avatar… – il piccolo stata al di là del mondo si sente giustamente leggittimato ad un restyling di immagine che comincia dalla ‘decorazione’ delle sue coline.

Hollywood ha quindi un diretto concorrente, anche se si tratta solo di una questione di immagine. Secondo Stuff.co.nz, l’Aeroporto di Wellington avrebbe commissionato la costruzione della scritta “Welliwood” sulle colline antistanti Miramar (dove si trovano gli studi di Jackson), a imitazione della scritta sulle colline del celebre distretto di Los Angeles.

L’idea sembra essere nata dalla presa di coscienza che l’industria cinematografica sta facendo molto per l’economia neozelandese, a detta del sindaco della città in persona, Kerry Prendergast: “La scritta sarebbe una delle prime cose che i visitatori vedrebbero atterrando a Wellington. In questo modo capitebbero subito di essere al centro dell’industria cinematografica neozelandese“.

Circa centomila turisti visitano ogni anno la Weta Cave, il mini-museo costruito dalla Weta e dedicato ai film prodotti nel Workshop di Peter Jackson: i prossimi saranno Lo Hobbit e Tintin. Ogni anno l’industria cinematografica fa guadagnare al paese circa 285 milioni di dollari, e da quando è uscito Il Signore degli Anelli sono nati numerosi tour nelle location in giro per il Paese. E innegabile quindi che il cinema, per la Nuova Zelanda sta diventando importante come l’industria hollywoodiana per gli USA, quindi perchè non mettersi alla pari anche con ‘la scritta’?

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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