Rob Reiner, che è passato dal ruolo di protagonista in Arcibaldo alla regia di film come This Is Spinal Tap, Codice d’onore e Harry ti presento Sally…, è stato trovato morto domenica pomeriggio nella sua casa di Brentwood insieme alla moglie Michele Singer. Aveva 78 anni.
Secondo la polizia di Los Angeles, le morti sono state indagate come omicidio. La coppia sarebbe stata accoltellata a morte.
“È con profondo dolore che annunciamo la tragica scomparsa di Michele e Rob Reiner. Siamo addolorati per questa improvvisa perdita e chiediamo il rispetto della privacy in questo momento incredibilmente difficile”, ha dichiarato la famiglia in una nota.
Una delle figure più riconoscibili e trasversali del cinema e della televisione americana degli ultimi cinquant’anni, Rob Reiner è stato capace di attraversare generi, epoche e pubblici diversi con una filmografia che ha lasciato un’impronta duratura nell’immaginario collettivo.
Nato a New York il 6 marzo 1947, figlio del grande comico e autore Carl Reiner e dell’attrice Estelle Reiner, cresce in un ambiente in cui lo spettacolo è parte integrante della vita quotidiana. Dopo gli studi alla UCLA, raggiunge la popolarità come attore interpretando Michael “Meathead” Stivic nella storica sitcom All in the Family, ruolo che lo rende uno dei volti simbolo della televisione americana degli anni Settanta e gli vale due Emmy Awards.
È però dietro la macchina da presa che Reiner costruisce il nucleo più solido della propria eredità artistica. Il debutto alla regia con This Is Spinal Tap (1984), falso documentario musicale divenuto cult, rivela un talento precoce per la satira intelligente e per la destrutturazione dei codici narrativi. Seguono, in rapida successione, film che segnano profondamente la cultura popolare: Stand by Me – Ricordo di un’estate (1986), racconto di formazione tratto da Stephen King; La storia fantastica (1987), fiaba ironica e senza tempo; Harry ti presento Sally… (1989), che ridefinisce la commedia romantica moderna.
Negli anni Novanta Reiner consolida la propria reputazione con titoli di grande successo e forte impatto: Misery non deve morire (1990), teso thriller psicologico; Codice d’onore (1992), dramma giudiziario entrato nel lessico cinematografico; Il presidente – Una storia d’amore (1995), sintesi elegante di politica e sentimento. La sua cifra stilistica resta quella di un artigiano del racconto, attento ai personaggi, ai dialoghi e al ritmo, più che all’esibizione autoriale.
Parallelamente all’attività cinematografica, Reiner è noto per il suo impegno civile e politico, espresso pubblicamente e attraverso produzioni che riflettono una visione progressista della società americana. Produttore prolifico, ha contribuito a sostenere nuovi talenti e progetti indipendenti tramite la sua casa di produzione, Castle Rock Entertainment.
Figura di raccordo tra cinema classico e sensibilità contemporanea, Rob Reiner rimane un esempio raro di continuità creativa, capace di parlare a generazioni diverse senza rinunciare a una voce riconoscibile e coerente.
