Marlene Dietrich voleva uccidere Hitler?

La clamorosa rivelazione è inserita nella biografia dedicata all’attrice, appena pubblicata negli Stati Uniti dalla scrittrice Charlotte Chandler.

 

Un estratto del libro apparso su Bild am Sonntag, ricorda che il Fuehrer era un fervente ammiratore della Dietrich e il ministro della Propaganda, Josef Goebbels, tentò ripetutamente di convincere l’attrice a tornare a Berlino, promettendole moltissimo denaro e il proseguimento di una luminosa carriera cinematografica. La «Venere bionda» aveva sempre sdegnosamente rifiutato le offerte e in un’intervista rilasciata poco prima della morte, nel 1992, aveva ricordato che quando prese la cittadinanza americana, nel 1937, era consapevole dei crimini nazisti e che «la fine del Terzo Reich non era prossima».

La biografia rivela una dichiarazione dell’attore hollywoodiano ed amante della Dietrich, Douglas Fairbanks jr, deceduto nel 2000, secondo cui l’attrice tedesca aveva esitato parecchio prima di respingere l’offerta di Goebbels. L’idea della Dietrich era di accettare le proposte di Goebbels, ponendo come condizione un incontro a quattr’occhi con Hitler. Sicura del suo fascino, la Dietrich spiegò a Fairbanks che una volta sola con il dittatore nazista gli avrebbe «confessato di amarlo disperatamente». A quel punto il piano prevedeva il successivo passaggio in camera da letto, dove entrando nuda la Dietrich avrebbe potuto portare con sè come arma per uccidere Hitler solo un grosso spillone per capelli.

L’improbabile progetto di assassinio del Fuehrer era poi svanito per le obiettive difficoltà di realizzazione, ma nondimeno la Dietrich si era poi impegnata anche a rischio della vita per fare la sua parte nella lotta contro i nazisti. A confermare il suo indefesso impegno era stato il regista Billy Wilder, che l’aveva diretta nel 1957 nel film «Testimone d’accusa». In quella circostanza il grande regista aveva spiegato che la Dietrich «era stata al fronte più spesso del generale Eisenhower». A Wilder l’attrice aveva una volta confessato che «se fossi stata al posto di Eva Braun, sarei forse riuscita a levare dalla testa di quell’imbianchino l’idea di quella maledetta guerra».

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