Roman Polanski e parità di genere dominano la conferenza di apertura di Venezia 76

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Mentre il Concorso di Venezia 76 si aprirà tra poche ore con Le verità di Hirokazu Kore-eda, Alberto Barbera e la giuria ufficiale, guidata da Lucrecia Martel hanno già scaldato i motori con una conferenza di apertura all’insegna della discussione dei temi caldi che hanno affollato le pagine dei giornali di settori all’indomani dell’annuncio del programma della Mostra di quest’anno.

L’incontro è stato dominato dal dibattito sull’inclusione nel concorso del festival di J’accuse, di Roman Polanski, nonché sul fatto che solo due cineaste donne sono state selezionate per il concorso ufficiale.

Per quanto riguarda Polanski, Barbera ha ribadito di essere “convinto che dobbiamo separare necessariamente tra l’artista e l’uomo. La storia dell’arte è piena di artisti che hanno commesso crimini di diversa natura, tuttavia abbiamo continuato ad ammirare le loro opere d’arte. Lo stesso vale per Polanski, che secondo me è uno degli ultimi maestri ancora attivi nel cinema europeo”.

Lucrecia Martel ha preso una posizione diversa, dicendo: “Non separo l’uomo dall’artista. Penso che emergano aspetti importanti del lavoro nell’uomo.” In merito alla condanna di Polanski del 1977 per sesso illegale con un minore, la regista ha detto: “Un uomo commette un crimine di queste dimensioni e viene poi condannato con la vittima si ritiene soddisfatta del risarcimento, è una situazione difficile da giudicare… È difficile definire quale sia l’approccio giusto che dobbiamo adottare con le persone che hanno commesso determinati atti e sono state giudicate per essi. Penso che queste domande facciano parte del dibattito dei nostri tempi.”

Tuttavia, la Martel ha aggiunto che non intende partecipare a una cena organizzata per il film di Polanski che sarà proiettato durante il terzo giorno di Venezia 76. La regista argentina ha dichiarato: “Non mi congratulo con lui, ma penso che sia corretto che il suo film sia qui in questo festival, dobbiamo sviluppare il nostro dialogo e questo è il miglior posto possibile per proseguire con questo tipo di discussione”.

Inoltre, in merito alle questione del genere, la Martel ha sostenuto l’idea di quote per aumentare la parità nei festival. Ha permesso che la quote rosa non sono un’espediente soddisfacente, ma ha detto, “non ci sono altre soluzioni per garantire l’inclusione delle donne o per dare alle donne il posto che meritano. Le quote rose sono pertinenti per il momento. Mi piacciono? No. Ma non credo di conoscere nessun altro sistema che costringerebbe questo settore a pensare in modo diverso e prendere in considerazione i film diretti da donne”.

Barbera prende una posizione opposta. “Sono completamente contrario alle quote rosa nella selezione di un festival cinematografico. Dovremmo pensare a quote in diversi settori – per l’ammissione a scuole di cinema o finanziamenti – in cui il pregiudizio è ancora in atto. Introdurre quote rosa (a un festival) sarebbe offensivo perché andrebbe contro gli unici criteri che dobbiamo considerare, che è la qualità del singolo film.”

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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