Mentre si avvia serenamente verso i 90 anni (88 maggio), Clint Eastwood ha già scelto il suo prossimo progetto da regista, mentre ancora in Italia aspettiamo 15:17 – Attacco al treno. Si tratta di Il Corriere – The Mule, storia di Leo Sharp, un uomo che a 90 anni è stato un corriere della droga. Nonostante l’età avanzata, Clint Eastwood non accenna a rallentare la sua produzione che, anzi, con l’andare degli anni diventa sempre più solida.

 

Tra gli ultimi film del regista infatti ricordiamo Sully e American Sniper, tutti tratti da storie vere e con grandi ambizioni, entrambi arrivati alla Notte degli oscar con diverse candidature. The Tracking Board riferisce che se Clint Eastwood dovesse accettare di partecipare al film, sarebbe interprete del protagonista, produttore e regista del film. A scrivere l’ultima versione della sceneggiatura c’è Dave Holstein, che ha lavorato su un precedente script di Nick Schenk, già autore di Gran Torino.

15:17 – Attacco al treno, il trailer del nuovo film di Clint Eastwood

Eastwood (“Sully”, “American Sniper”) dirige il film da una sceneggiatura di Dorothy Blyskal, basata sul libro The 15:17 to Paris: The True Story of a Terrorist, a Train, and Three American Heroes di Anthony SadlerAlek Skarlatos, Spencer Stone e Jeffrey E. Stern. Eastwood è anche il produttore della pellicola, insieme a Tim Moore, Kristina Rivera e Jessica Meier. Il produttore esecutivo è Bruce Berman.

Il team creativo è composto dagli assidui collaboratori del regista: Tom Stern, che ha lavorato come direttore della fotografia su 13 film di Eastwood; Deborah Hopper, che ha curato i costumi di 17 film di Eastwood e Blu Murray, che recentemente si è occupato del montaggio di “Sully”. Il veterano direttore artistico Kevin Ishioka, che ha curato le scene di “Sully” e dell’imminente “Dunkirk”, è lo scenografo della produzione.

Il film sarà distribuito dalla Warner Bros. Pictures, una società della Warner Bros. Entertainment e in alcuni territori selezionati dalla Village Roadshow Pictures.

Il Corriere – The Mule, la recensione

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