Anastasia: recensione del film

La recensione del film d’animazione Anastasia diretto da Don Bluth e Gary Goldman e targato Walt Disney.

 

Anno: 1997

Regia: Don Bluth e Gary Goldman

Con le voci di: Meg Ryan/Tosca (Anastasia); John Cusack/Fiorello (Dimitri); Kelsey Grammer/Franco Chillemi (Vladimir); Christopher Lloyd/Mauro Bosco (Rasputin); Hank Azaria/Fabrizio Vidale (Bartok); Bernadette Peters/Silvia Pepitoni (Sophie); Angela Lansbury/Alina Moradei (Imperatrice-vedova Maria); Kirsten Dunst/Valentina Mari (Anastasia da bambina).

Trama: Ambientato nella Russia dei primi decenni del ‘900, Anastasia parla di una giovane principessa fuggita durante la festa del trecentesimo anniversario della dinastia Romanov per sottrarsi alla maledizione lanciata dal perfido Rasputin contro la famiglia regnante.

Anastasia: recensione del film diretto da Don Bluth e Gary Goldman

Con l’aiuto del coraggioso Dimitri, la giovane figlia dello zar e la nonna della bambina, l’imperatrice Maria, riescono a fuggire, ma durante la fuga Anastasia è sopraffatta dalla folla e batte la testa, rimanendo esamine lungo la strada.

Molti anni dopo la povera orfana, certa di voler scoprire la sua vera identità, incontra Dimitri; il giovane, allettato dalla ricca ricompensa messa in palio

dalla regina madre per chi le avesse riportato la nipote scomparsa, nota immediatamente la somiglianza con la bella principessa. Così inizia il loro viaggio verso Parigi dove li attende però una regina diffidente e ormai rassegnata dopo anni di inutili ricerche e giovani imbroglioni, avidi di quel denaro.

Ma dopo un’iniziale indifferenza quel ciondolo regalatole anni or sono proprio dalla nonna durante la festa dalla quale furono costrette a fuggire convince la regina madre che Any sia la nipote perduta. Quella sera tutta l’alta società assisterà al debutto di Anastasia, ma ancora una volta, come anni prima, insieme all’affascinante Dimitri dovrà affrontare le insidie del malvagio Rasputin e del suo assistente Bartok il pipistrello, che tenteranno con ogni mezzo di ostacolarli.

AnastasiaAnalisi: Certamente uno tra i suoi progetti più ambiziosi, Don Bluth, insieme al co-regista Gary Goldman, realizza con Anastasia un cartoon in cinemascope che si propone come valida alternativa ai classici della tradizione Disney, dove ha collaborato come animatore per lungo tempo. Il tentativo di sradicarsi dalla decennale tradizione disneyana e di proporre un cartoon destinato ad un pubblico di più ampia fascia generazionale sfociano in una commedia di caratteri nella quale alla cura e alla minuzia dei ritratti similveri dei protagonisti, prevalgono una realisticità sorprendente ed una attenzione quasi maniacale nella ricostruzione di sfondi paesaggistici e di contorno assai distanti

dall’animazione sino ad allora dominante. Eppure, nonostante gli sforzi di realizzare un cartoon “evolutivo” sia dal punto di vista del racconto che dal punto di vista della grafica, è innegabile che si riscontrino tracce della lezione disneyana; a partire dalla bella favola, sebbene rivisitata in chiave digitale, supervisionata dal guru italiano Giovanni Colombo, la storia di una bella principessa derelitta per cui è facile immaginare un lieto fine, così come la presenza di simpatici co-protagonisti come il cagnolino che accompagnerà la giovane Anastasia nel suo lungo viaggio e il pipistrello albino, aiutante del malvagio Rasputin.

Ottima la scelta delle voci nella versione italiana, Tosca nei panni della gran duchessa e Fiorello nelle vesti dell’impavido Dimitri, perfettamente coerenti con la tipologia dei personaggi pensati da Don Bluth. Il carattere sonoro è persistente, quasi a voler sottolineare l’impronta teatrale e edonistica del cartone, direzionato verso l’innovativa forma del musical, e saranno proprio le voci dei due doppiatori ad interpretare le musiche di David Newman e di Stephen Flaherty, vincitori dell’Oscar nel 1998.

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