La recensione del film d’animazione di I racconti di Terramare di Goro Miyazaki, con le voci di Marco Vivio (Arren), Vittorio di Prima (Sparviere), Roberta Paladini (Tenar), Alessandra Cassioli (Aracne), Gemma Donati (Therru) 

 

I racconti di TerramareNel mondo di Terramare continuano ad accadere disgrazie, e l’equilibrio con il vicino reame dei draghi è stato compromesso: Arren, l’erede al trono, che soffre di uno sdoppiamento di personalità, uccide suo padre il re e si autoesilia. In cerca di redenzione il ragazzo fugge, incontrando i maghi Sparviere e Tenar e la giovane Therru e decidendo di affrontare Aracne, un mago oscuro in cerca del segreto per ottenere la vita eterna e a capo dei mercanti di schiavi che imperversano nel regno. Arren affronterà con i suoi nuovi amici questa minaccia, lottando contro la sua metà oscura, fin quando non riuscirà a sconfiggere Aracne, con l’aiuto di Therru, diventata un drago nelle fasi finali della battaglia, e a riportare l’equilibrio nel mondo.

I racconti di Terramare: recensione del film di Goro Miyazaki

Analisi

I racconti di Terramare – Il fantasy è il genere di gran moda degli ultimi anni e non stupisce che Goro Miyazaki, figlio di Hayao, abbia scelto una storia di questo tipo per il suo debutto, tenendo conto che nel Paese del Sol levante il genere, declinato all’occidentale (Record of Lodoss War) o all’orientale (Rg Veda) è stato ampliamente frequentato da diversi autori, non ultimo Miyazaki senior, in film come Nausicaa nella valle del vento, Il castello errante di Howl e La città incantata.

Scegliendo di adattare una parte del complicato ciclo di Earthsea di Ursula K. Le Guin (che non ha gradito che sia stato il figlio e non il padre a portare in animazione il suo universo di fantasia) si mette forse con le sue stesse mani un po’ nei pasticci, e i risultati possono non sembrare eccelsi, soprattutto per i puristi dell’autrice, che serve a Goro solo come punto di partenza, visto che la vicenda narrata è molto diversa.

Goro Miyazaki ha senz’altro talento, ma deve forse ancora lavorarci su e provare a staccarsi dalla lezione stilistica, ottima per altro, di suo padre, che segue diligentemente senza aggiungeci granché: I racconti di Terramare è comunque uno spettacolo fantasy ben realizzato e avvincente, con il tema di fondo dell’espiazione e della ricerca di sé. I personaggi sono però un po’ troppo schematici, emergono Sparviere e Aracne, rispettivamente tra i buoni e i cattivi, per il loro essere outsider e un po’ meno stereotipati degli altri, oltre all’enigmatica Therru, che però non ha la grinta delle ragazze d’acciaio dei film di Hayao, Nausicaa e Sheeta in testa.

Per il resto bellissimi gli scenari, belle le ambientazioni, a metà strada tra le Mille e una notte e l’Irlanda, coinvolgente la colonna sonora e la trama in ogni caso sa avvincere. Certo, con Miyazaki padre ci si è abituati bene, Miyazaki figlio svolge un buon compito ma i paragoni sono inevitabili, anche se comunque siamo sempre ad un ottimo livello come trama e animazione, con forse un po’ troppo uso e abuso del computer in un paio di sequenze nel castello di Aracne che risultano davvero poco incisive.

Ma il volo dei draghi, all’inizio e alla fine, ha comunque il respiro dei film di Miyazaki padre: I racconti di Terramare è stato accolto comunque bene in Giappone, c’è da sperare che Goro Miyazaki si rimetta al lavoro, magari provando a fare qualcosa di un po’ diverso ma di altrettanto valido rispetto ai lavori di suo padre.

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