La Banda degli Onesti

La Banda degli onesti.

Metti l’esilarante e affiatata coppia Totò e Peppino, aggiungici una spalla simpatica e buffa come Giacomo Furia, il tutto contestualizzato nell’Italia degli ingenui, onesti e squattrinati, e otterrai La Banda degli onesti. Scritto dalla coppia Age & Scarpelli, questo film datato 1956 è diretto da Camillo Mastrocinque, regista che ha firmato 64 film, tra cui diversi lungometraggi con la coppia Totò-Peppino, o anche uno solo dei due, e Walter Chiari. Lavorando con autentici geni della comicità, Mastrocinque limitava molto il suo intervento sul set, lasciando carta bianca alla spontaneità degli attori protagonisti.

 

Antonio Buonocore (Totò), portiere di uno stabile di Roma con una moglie tedesca, si trova per caso ad assistere il signor Andrea, un anziano inquilino che, prima di morire, gli rivela di essere in possesso di una valigia con all’interno alcuni cliché originali della banca d’Italia, di cui egli era stato a lungo dipendente, nonché della carta filigranata per stampare le banconote da 10.000 lire, materiale che egli aveva rubato con l’intenzione di vendicarsi del suo licenziamento e fabbricare soldi falsi ma che non aveva mai avuto il coraggio di fare e che consegna a Buonocore chiedendogli di buttare al fiume la valigia distruggendone così il contenuto.

Buonocore però sta attraversando un brutto periodo: persona fondamentalmente onesta, si è rifiutato di diventare complice del ragioniere Casoria, il nuovo amministratore del condominio, che gli aveva proposto di effettuare una serie di operazioni truffaldine ai danni del condominio medesimo, e per tale ragione è sotto minaccia di licenziamento. Egli così decide di non distruggere la valigia ma, ignorante dei metodi per stampare le banconote, chiede l’intervento del tipografo Giuseppe Lo Turco e (Peppino De Filippo), successivamente, del pittore Cardone (Giacomo Furia), tutti e due variamente indebitati come lui, per produrre le banconote da 10.000 lire. Facendo leva sui bisogni economici dei suoi compari, organizza delle furtive ed esilaranti riunioni notturne per dar vita a una banda di falsari. I tre riescono a stampare le banconote, ma le cose si complicano quando Buonocore scopre che suo figlio finanziere, da poco trasferito a Roma, è sulla pista di una partita di banconote false…

Film divertente, piacevole, rilassante, semplice. Un autentico inno all’onestà, all’amicizia, alla sana ingenuità. Può essere guardato svariate volte, offre sempre il piacere di vederlo. Memorabili alcune scene, come quando il portiere Buonocore cerca di convincere il tipografo Lo Turco nel bar con ingarbugliati giri di parole. O quando i tre provetti falsari sono alle prese con la prima banconota da stampare. O ancora, quando Buonocore spaccia per la prima volta una banconota stampata in una tabaccheria.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Cinefilos.it
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Redazione
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