Arriva anche in Italia Quella Casa nel Bosco (The Cabin in the wood), opera prima di Drew Goddard (già produttore e sceneggiatore di Cloverfield, Alias e Lost), scritta assieme a Joss Whedon, regista dell’imminente The Avengers.

Quella casa nel bosco è un horror esilarante e citazionista, colmo di mostri storici del genere
Fin dalle prime battute Quella casa del bosco rappresenta un film che ha nelle sue peculiarità intrinseche la capacità di dispiegare con assoluta efficacia i tipici cliché del genere che hanno fatto la storia dell’Horror. Tuttavia, quello che colpisce della pellicola, e che gli conferisce autorevolezza, è la capacità incredibile di demolire passo dopo passo le convenzioni del genere stesso con vertiginosa e spietata follia.

Questo permette al film non solo di intrattenere lo spettatore con entusiasmanti colpi di scena e macabre delirante ma crea anche uno spunto riflessivo e intelligente su tutto il genere horror che negli ultimi dieci anni ha assunto delle pieghe poco piacevoli, trame prevedibili, assoluta incapacità di sorprendere e la becera esasperazione della violenza.
Quella casa del bosco, con la sua fresca passionalità per il genere, dispiega sobriamente tutti gli stilemi tipici senza eccessivi sproloqui che sarebbero fuori luogo e alleggerendolo da quelle figure “idiote” che spesso popolano negli ultimi anni questa tipologia di storia.
Sorprende anche in questo contesto la capacità di Goddard e Whedon di offrire al pubblico più fedele e appassionato gloriosi momenti di grande meta-cinema, con continue citazioni di personaggi e avvenimenti che hanno segnato la storia di tutto il genere, instaurando con lo spettatore un vero proprio gioco volto a cogliere quella o l’altra citazione, riuscendo a rimanere sempre fedele alle proprie intenzioni.
Quella casa nel bosco: la recensione del film
La forza del film è proprio quella di saper strizzare l’occhio al genere ma al contempo allontanandosi ed offrendo un nuovo ritorno al rituale del cinema horror, quello che non deprezza la suspence, i colpi di scena e il sano humor, a discapito di strumenti di tortura, dialoghi inutili e giovani protagonisti omologati.


