Winning Time Season 2, parlano gli esecutori

Winning Time: L'ascesa della dinastia dei Lakers

Dopo il notevole successo della prima stagione, Winning Time torna con i nuovi episodi della seconda dedicati alla dinastia dei grandi Los Angeles Lakers degli anni ‘80. Lo show che vede coinvolto Adam McKay come produttore esecutivo si concentra stavolta sulla stagione che portò o gialloviola a scontrarsi finalmente con i rivali storici Boston Celtics nelle NBA Finals del 1984, una delle serie più ricordate della storia del basket NBA.

Il primo episodio di Winning Time stagione 2 si apre con una delle sequenze più forti e spettacolari viste di recente: “Tutti gli amanti di questo sport ricordano quel famoso 27 maggio 1984 – spiega la regista dell’episodio e produttrice esecutiva Salli Richardson-Whitfield – Sono molto fiera di come abbiamo iniziato la seconda stagione, dopo aver fatto il pitch iniziale di come volevo girare la sequenza ho avuto un team di professionisti encomiabili che ha messo in scena magnificamente la mia idea. L’energia che abbiamo sprigionato è notevole, col mio partner in crime Tood Banhazi, direttore della fotografia e regista del terzo episodio, abbiamo fatto un gran lavoro.”” Volevamo farne un action-movie – conferma proprio Banhazi – un film di zombie in cui i giocatori dei Lakers vengono inseguiti dai mostri assetati di vendetta appena escono dal campo da gioco. Per questa sequenza ci siamo davvero spinti al limite, sconfinando idealmente nell’horror.”

Una delle chiavi del successo di Winning Time sta nella notevole ricostruzione d’epoca fatta dalla costumista Emma Potter e dal set designer Richard Toyon, il quale ha dichiarato: “Sono dovuto partire dall’idea di dover costruire, non ricreare un universo. Questo mi ha aiutato a lavorare cercando una coerenza interna non soltanto al mio lavoro, ma anche nella coordinazione con Emma. Nella seconda stagione poi esploriamo maggiormente il lato privato dei protagonisti, soprattutto di Jerry Buss. La ricostruzione della sua abitazione, la famosa villa che Douglas Fairbanks regalò a Mary Pickford, ci ha impegnato moltissimo.” “Anche a livello di costumi Jerry ha rappresentato una nuova sfida – commenta Emma Potter – perché appunto ne scopriamo una seconda versione: oltre alla solita pubblica, altisonante, con le camicie sbottonate e gli abiti sportivi costosissimi, nei nuovi episodi esploriamo anche la dimensione privata dall’imprenditore, il suo lato casalingo in cui può in qualche modo abbassare la guardia, soprattutto adesso che ha un interesse sentimentale. Ecco quindi le tute in poliestere, abiti più confortevoli e capaci di esplicitare l’aspetto nascosto del personaggio. Jeanie Buss vedendo le nuove puntate ci ha scritto dicendo di sentirsi più vicina a suo padre, di averlo rivisto negli episodi. È stata una bella soddisfazione.”

Uno degli aspetti fondamentali per la riuscita di Winning Time era ovviamente quello di riproporre scene di famosi match di basket nel modo più spettacolare e insieme accurato. Di questo si è occupato il Basketball Producer Idan Ranvin: “Volevamo evitare una ricostruzione effettiva del gioco, per quello gli spettatori possono andare su Youtube e vedere i vecchi filmati. Abbiamo preferito concentrarci su quello che non si vede, sugli sguardi tra avversari acerrimi come Magic e Larry Bird. Le sensazioni, le tensioni, i duelli fisici e psicologici che si combattono durante una partita di basket, questo regala al pubblico Winning Time. Altro aspetto fondamentale per la riuscita era far muovere gli attori col linguaggio del corpo che sul parquet possedevano gli atleti che interpretano. Quincy Isaiah per esempio ha un passato di atleta al college che ne ha sviluppato un tipo di fisico e di qualità in grado di esprimere potenza. Abbiamo dovuto rimodellare il suo modo di essere atleta, renderlo più sfumato ed elegante, fare in modo che possedesse quelle qualità cestistiche che gli permettessero anche di improvvisare durante le riprese. Col modo di giocare iconico che Magic Johnson possedeva, ogni  movimento doveva sembrare autentico, e allo stesso tempo efficace per essere filmato, cinematico. Una volta lette le sceneggiature, siamo andati in palestra per ricostruire i momenti richiesti dei vari match, cercando di anticipare da che angolazione sarebbero state girate.”

Winning Time possiede poi una colonna sonora d’epoca in grado di coprire ogni genere di musica prodotta in quel periodo. La selezione principale è opera del Music Supervisor Gabe Hilfer: “Noi del dipartimento musica abbiamo avuto la fortuna di vedere il girato, la sua forza propositiva grezza, quasi corrosiva: abbiamo subito capito che dovevamo puntare in alto, adoperare il meglio della musica anni ‘80. Per la scena iniziale del primo episodio ad esempio Prince è stata immediatamente la prima opzione, la sua musica si sposava perfettamente con le immagini e il montaggio. Non voglio spoilerare altre grandi canzoni che abbiamo inserito nel corso delle nuove puntate ma voglio citare una scelta controcorrente per il gran finale: abbiamo ottenuto una canzone dei Led Zeppelin che non credo sia mai stata adoperata in nessuna serie o film, si tratta di un gioiello di musica raro e potentissimo, perfetto per costruire un grande spettacolo. Sono davvero entusiasta sia della scelta che dell’uso che ne abbiamo fatto. Sono un band notoriamente restia a far adoperare la propria musica in qualsiasi tipo di show. Avere Prince all’inizio e i Led Zeppelin alla fine è una specie di grande cerchio di musica che si chiude.”

L’ultima parola su Winning Time spetta infine a Kevin Messick, uno degli Executive Producer dello show: “Posso assicurare che non era assolutamente facile realizzare una serie in costume sul basketball, su giocatori iconici come Johnson, Bird, Kareem. Rendere credibile questo sport sul piccolo schermo è stato uno sforzo enorme, anche produttivo. Voglio rendere il doveroso tributo alla nostra casting director Francine Maisler, che ha messo insieme un cast incredibile di attori da Oscar con altri alla prima vera grande esperienza mainstream. Penso che se non avessi scovato Quincy non avremmo potuto fare lo show. È un attore e un uomo speciale, ha incarnato perfettamente lo spirito e l’anima nascosta di Magic Johnson.”