Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08, la recensione del finale di stagione

Tra rivelazioni e svolte, L'Amalgama è l'episodio che chiude la prima stagione della serie Amazon Prime Video, in attesa della seconda stagione.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1x08

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08 chiude la prima stagione della titanica serie Amazon Prime Video con rivelazioni e svolte, senza regalare grandi sorprese ma mirando a quel punto preciso di un immaginario petto dell’audience che, arrivata a questo punto, dovrebbe avere a cuore le sorti dei personaggi.

 

I finali di stagione sono sempre molto complicati, perché se da una parte devono chiudere un arco narrativo e dare soddisfazione allo spettatore, devono anche trovare il giusto equilibrio con ciò che rimane da raccontare e creare la strada per il ciclo successivo, in modo tale che possa comunque suscitare l’interesse del pubblico. Quello che realizza Alloyed (titolo indicativo, in italiano, L’Amalgama) è un perfetto equilibrio tra le due strade, giacché proprio nel bilanciamento degli ingredienti si trova il cuore di questo episodio di congedo.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08, due location

Le vicende che coinvolgono i protagonisti sono tutte legate a punti di svolta e identità rivelate, per cui, in questa recensione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08 ci si limiterà a dire che il terreno di gioco scelto dagli showrunner per quest’ultima (per il momento) ora nella Terra di Mezzo è diviso tra le stanze elfiche dell’Eregion, nella bottega di Celebrimbor, e le colline attraversate dai Pelopiede nelle loro migrazioni verso territori non ostili a creature miti e indifese, quali sono gli antenati degli Hobbit.

In questi due setting, seguiamo le vicende delle specie che rappresentano a tutti gli effetti il grado più alto e quello più basso della scala di valori tolkieniana, dove alto e basso non hanno accezione negativa o positiva ma si riferiscono alla distanza tra ciò che è terreno e concreto e ciò che è nobile e divino. Da una parte ci sono gli elfi: creature che vivono per sempre e che per questo hanno una percezione del tempo dilatata e vedono il futuro, impegnandosi a proteggere i figli e le terre di Arda sulla lunga distanza. Dall’altra i Pelopiede: quelli che sono a tutti gli effetti antenati di Frodo, Sam, Merry e Pipino sono creature semplici, ancorate alla terra, ancora di più in questa loro versione “primitiva”, dal momento che si spostano con il mutare delle stagioni, assecondando la natura e vivendo una vita semplice in comunità, con la granitica convinzione che nulla può essere affrontato o avere senso se non si è in gruppo, in famiglia.

L’Amalgama perfetta tra valori alti e bassi di Tolkien

I nobili e eroici elfi e i calorosi e terreni hobbit, quindi, entrambi testimoni di manifestazioni che cambieranno per sempre gli ordini della Terra di Mezzo. Ed è interessante il lavoro speculare, rispetto alle rivelazioni a cui si è accennato, che si è fatto in fase di sceneggiatura, dal momento che quella che chiude a tutti gli effetti un momento importante della macro-storia che vedremo raccontata su Prime Video, apre anche l’inizio dei giochi per la Terra di Mezzo, mettendo sul campo i principali giocatori di questa grande partita.

Senza però guardare troppo al futuro e alle rivelazioni più o meno inaspettate che ci regala questo finale di stagione, possiamo con buona ragione dire che con Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08 gli spettatori sono testimoni della leggenda che si fa storia raccontata, mostrata a schermo e riscoperta. Non è certo un segreto che il finale di stagione mirava a mostrarci la forgiatura degli anelli elfici, e questo accade nella forgia di Celebrimbor, il mastro fabbro dell’Eregion, questo accade davanti agli occhi di Galadriel e Elrond, i quali, si sa, diventeranno due dei tre Portatori, testimoni dell’alba di un’era, quella degli Anelli, che vedrà il mondo trasformarsi.

Un’eco distante e distinto de Le Due Torri

Dopo l’emozionante dittico formato da Udun e The Eye, che porta la firma di Charlotte Brändström, torna al timone de Gli Anelli del Potere Wayne Yip, che, proprio come nel titolo della puntata, amalgama tutti gli elementi fondamentali di questa prima stagione per un finale che non insiste sullo spettacolo, ma guarda al dettaglio, al piccolo, alle conseguenze, soprattutto guarda al cuore del pubblico. C’è una deferenza spiccata nei confronti del lavoro su Tolkien fatto da Peter Jackson, non solo nella scrittura di alcuni personaggi e addirittura di alcune battute, ma nel tono che acquista la storia, e l’ultima parte dell’episodio: c’è la salda speranza in due viandanti con una missione, c’è la scintilla che nasce da un’opera di collaborazione/una vittoria, c’è l’incertezza che striscia verso i piedi del Monte Fato che ancora non si chiama così, c’è l’eco fortissima del finale incerto e insidioso de Le Due Torri, con tanto di brano sui titoli di coda che ricorda quell’inquietante e affascinante Gollum’s Song, all’epoca cantata da Emiliana Torrini. Musicalmente, il brano di chiusura di Alloyed rievoca quella canzone in maniera spudorata, ma il testo è ancora più noto, da brividi ai polsi.

Perché se è vero che Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere costeggia da lontano molti dei fatti raccontati da Tolkien, omaggia i luoghi, i personaggio, lo spirito epico e d’avventura che oltre la filologia spicciola tiene conto della memoria emotiva.

Ancora una volta, il mondo di Tolkien parla agli spettatori attraverso uno schermo, e di nuovo lo fa con parole semplici quali amicizia, sacrificio, scoperta, parole che ci avvicinano alla piccola Nori, ai suoi occhi grandi, al suo cuore puro, ancora più grande e affamato di avventura. Perché è quello il punto di vista privilegiato per avere l’esperienza più completa della Terra di Mezzo, così come era quella la prospettiva di Tolkien (che si definiva lui stesso un Hobbit) sul suo creato.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
il-signore-degli-anelli-gli-anelli-del-potere-1x08-la-recensione-del-finale-di-stagioneSe è vero che Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere costeggia da lontano molti dei fatti raccontati da Tolkien, omaggia i luoghi, i personaggio, lo spirito epico e d’avventura che oltre la filologia spicciola tiene conto della memoria emotiva.