Boardwalk Empire 2X08 – recensione

    Basterebbero apertura e chiusura per intuire che a dirigere e scrivere questo episodio sono tornati, rispettivamente, Van Patten e Winter. Senza nulla togliere ai precedenti autori, qui l’attenzione per il protagonista valorizza tutta la bravura di Steve Buscemi, non per questo oscurando il resto del cast.

    Gli incubi che perseguitano Nucky dopo il fallito omicidio sfumano per lasciare posto al bendaggio della mano ferita operato dall’amico dottore, cui Nucky chiede – inutilmente – informazioni sulla salute del Commodoro. Nel frattempo, le indagini della pragmatica Randolph portano uno dei suoi assistenti ad interrompere un pranzo famigliare a casa di Eli, intimandogli di seguirlo in dipartimento e causando l’infarto del padre; contemporaneamente la Randolph elenca al tesoriere la lunga lista di accuse e denunce a suo carico.

    Mentre Nelson è alle prese con le responsabilità paterne e assume una governante per la piccola Abigale, il rapporto tra Jimmy e Angela inizia a sfaldarsi, dopo che questa viene a sapere del piano omicida ordito dal marito. Sulla spiaggia, Angela conosce la scrittrice Louise, da cui si farà trascinare ad un party. Superato l’iniziale disagio, le due arriveranno a scambiarsi un bacio saffico.

    Parallelamente, la relazione tra Margaret e Nucky diviene ancora più forte e profonda, e Margaret chiede al compagno di abbandonare i suoi propositi di vendetta, lasciando perdere quegli affari che gli hanno quasi costato la vita. Un consiglio che arriva inaspettatamente anche da Rothstein, il quale propone a Nucky di aspettare il momento giusto per agire. Detto fatto: il boss si reca dal Commodoro per annunciare il suo proposito di ritirarsi a vita privata, restituendo così il controllo di Atlantic City all’uomo che, anni prima, ne era stato il fondatore. Ma quella di Nucky, più che una decisione risolutiva, è una strategia, un prepararsi il terreno per tempi migliori – ed eccolo che suggerisce a Chalky White di proclamare uno sciopero generale dei lavoratori neri, paralizzando così la città e ottenendo la giusta vendetta sulla sparatoria del Klu Klux Klan.

    La superiorità di Nucky rispetto a Darmody è evidente nel discorso che Jimmy pronuncia durante i festeggiamenti per l’uscita di scena di Nucky. L’intelligenza e il carisma del vecchio Thompson non sono in alcun modo eguagliati dal suo successore, il quale non perde occasione di rovinare il raduno buttando di sotto il più stupido dei suoi scagnozzi. In questo sta la differenza tra i 2 personaggi: quello di Nucky è un mondo costruito e mantenuto attraverso relazioni, favori reciproci, diplomazia – un mondo lontano anni luce dai metodi sbrigativi, quasi elementari alle volte, adottati da Jimmy. Nucky sparerà la sua ultima cartuccia chiedendo ad Owen di metterlo nuovamente in contatto con Mc Garrigle.

    La scena finale riprende l’incipit, e il brutto sogno di Nucky sarà interrotto dalla bambina di Margaret, che piange febbricitante tra le sue braccia.

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    Ilaria Tabet
    Laureata alla specialistica Dams di RomaTre in "Studi storici, critici e teorici sul cinema e gli audiovisivi", ho frequentato il Master di giornalismo della Fondazione Internazionale Lelio Basso. Successivamente, ho svolto uno stage presso la redazione del quotidiano "Il Riformista" (con il quale collaboro saltuariamente), nel settore cultura e spettacolo. Scrivere è la mia passione, oltre al cinema, mi interesso soprattutto di letteratura, teatro e musica, di cui scrivo anche attraverso il mio blog:  www.proveculturali.wordpress.com. Alcuni dei miei film preferiti: "Hollywood party", "Schindler's list", "Non ci resta che piangere", "Il Postino", "Cyrano de Bergerac", "Amadeus"...ma l'elenco potrebbe andare avanti ancora per molto!