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Instabile come non mai, Breaking Bad si avvia verso un finale innalzando definitivamente la posta. To’hajiilee è un concentrato di avvenimenti e adrenalina, fino alla spasmodica sequenza di chiusura. Avevamo lasciato Walt terrorizzato dalle parole pronunciate da Jesse al telefono, ormai convinto che l’omicidio sia l’unica soluzione. Todd e lo zio Jack sono pronti a rientrare in azione, come avevano fatto in una delle sequenze più memorabili di Breaking Bad. L’uccisione simultanea dei nove uomini all’interno del carcere (nell’episodio intitolato Gliding Over All) di chiara ispirazione a Francis Ford Coppola. Il tredicesimo episodio riprende da dove avevamo lasciato. Walt è impegnato alla ricerca di Jesse, mentre il ragazzo e Hank sono sulle tracce delle prove che potrebbero incastrare Heisenberg, consapevoli che se c’è qualcosa che il chimico non distruggerebbe mai sono le sue tonnellate di banconote. Tutto sta nel trovare il denaro nascosto, battendo in astuzia Walter White. Una sfida che questa volta porterà a un finale di episodio davvero emozionante, passaggio fondamentale degli eventi che devono ancora venire.

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To’hajiilee chiude definitivamente la partita a scacchi degli scorsi episodi, trasformandola in un definitivo corpo a corpo decisamente più pericoloso. L’episodio riporta pura action in una serie che ultimamente si era soffermata molto, ma con coerenza, sugli aspetti psicologici dei suoi personaggi. Le pistole tornano a cantare in Breaking Bad e, forse, è ormai tempo di massacro. La svolta adrenalinica non toglie comunque spazio all’analisi psicologica di Walt (Bryan Cranston). Parliamo davvero di Walter White, perché questa volta è l’uomo originario a prendere il sopravvento su Heisenberg. Quando ormai sembrava che la mutazione fosse completata, l’anima di Walt non è riuscita a scendere l’ultimo scalino verso l’inferno. Un passo chiamato famiglia. Perché solo eliminando Hank (Dean Norris) e Jesse (Aaron Paul) potrà ritenersi in salvo. Se l’omicidio del ragazzo è stato accettato con estrema riluttanza, Hank è ancora intoccabile nella mente di Walt. Un uomo che ha ancora dentro di sè un briciolo di umanità, un uomo che ha ancora la capacità di piangere. Nulla rappresenta per Walt una sconfitta come il tradimento di Jesse, per cui ha sempre nutrito un sentimento paternalistico. Sullo sfondo proseguono i problemi di Lydia (Laura Fraser) con i nuovi gestori della produzione, mentre sembra intravedersi uno spiraglio romantico tra lei e Todd (Jesse Plemons). Quest’ultimo personaggio, un po’ accantonato di recente, rientra prepotentemente in un ruolo chiave, in compagnia dello zio Jack.

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Episodio assolutamente coinvolgente, che segna l’accelerata definitiva agli eventi. Breaking Bad sembra riuscire a non perdere nemmeno un colpo, lasciandoci in eredità, per questa settimana, una sequenza finale da pelle d’oca. La camera ci si spegna davanti nel bel mezzo dell’azione, mentre tutto intorno aleggia già l’odore del prossimo episodio, maledettamente simile alla puzza di morte eccellente. Ozymandias, poesia di Percy Bysseh Shelley, dona il titolo alla puntata a venire. Forse anche qualche indizio su ciò che dovrà accadere. Senza dimenticare il flashforward che ci ha mostrato Walt, trasandato e solo, mesi dopo gli avvenimenti correnti.

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