Claire Danes
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Definiamo subito Claire Danes per quello che è: un’altra degli “enfant prodige” di Hollywood, lanciata sulle scene giovanissima, e già da giovanissima premiata per le sue prove attoriali. Si tratta in questo caso di Emmy Awards, per la serie My so-called wife, quindi subito la fama diventa da locale, per quanto relativa agli Stati Uniti, mondiale, grazie al riadattamento del più classico dei classici delle storie d’amore Romeo+Juliet ma con il tocco barocco e moderno di Baz Luhrmann che dirige lei e Leonardo Di Caprio, anche questi agli inizi della sua carriera da divo. Era il 1996.

 
 

Sull’onda del successo della coppia (anche se la Danes non fu una delle Giuliette più amate dal pubblico, senza tante sorprese, d’altronde) si ipotizzò di riunire i due anche in Titanic di James Cameron, ma la Danes non ricevette mai una proposta ufficiale per il ruolo che fu poi di Kate Winslet, anche lei odiatissima partner di DiCaprio in quel film.

leonardo-dicaprio-claire-danes-romeo-giulietta-La Danes, classe 1979, decide quindi di dedicarsi agli studi, o almeno ci prova, anche per onorare la tradizione familiare, nella quale suo nonno era stato preside della Yale University alla quale infatti Claire si iscrive nel 1999. Tre anni dopo lascia la facoltà di psicologia alla quale si era iscritta e torna sulle scene. Fino a quel momento, forse per l’aria acqua e sapone e la sua eleganza naturale, aveva ricoperto ruoli per così dire delicati, a parte Giulietta, precedentemente era stata Beth March nella trasposizione cinematografica del 1994 di Piccole donne, poi aveva di nuovo ritrovato Winona Ryder in How to make an American Quilt, film di donne, riflessioni e memorie. Dal 2002 la sua carriera sembra però prendere una svolta con due film realizzati con due dei massimi registi della “nuova Hollywood” Francis Ford Coppola e Oliver Stone. Con il primo, in L’uomo della pioggia, film nel qual incontrerà Matt Damon con il quale si vocifera ci sia stata una relazione, ricoprirà il ruolo di una moglie violentata, ma è con Stone che finalmente la Danes abbandona la “purezza” dei suoi ruoli precedenti: è la compagna disadattata forse un po’ ninfomane di Joaquin Phoenix in U-turn.

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La Danes si alterna bene tra televisione, cinema e teatro. Il piccolo schermo le regala ruoli più complicati: diventa una ballerina e un’insegnante con problemi di autismo, e infine la consacra come personaggio forte con il ruolo di Carrie Mathison, l’agente della CIA un po’ fuori dalle righe ossessionata dal sospetto e poi dal sospettato, protagonista della serie tv Homeland, grazie alla sua interpretazione, ha vinto nuovamente il Golden Globe come miglior interpretazione femminile.

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