È pasqua a Firenze e Francesco Pazzi (Elliot Levey) è smanioso nel porre fine alla vita di Lorenzo (Elliot Cowan). Nella chiesa, i sacerdoti sono pronti ad avvelenare l’intera famiglia de Medici, ma Giuliano (Tom Bateman), sopravvissuto all’attentato nel bosco ha fretta di tornare a Firenze per rivelare i piani di Roma. Nel mentre Leonardo (Tom Riley), è sempre più ossessionato dalle sue domande, i sentimenti gli dicono di restare nella sua Firenze, la sua ambizione di partire per trovare il Libro delle Foglie.
La puntata inizia con una digressione di tredici anni indietro a Costantinopoli, tra Cosimo de Medici e altri figli di Mitra, che gettano le basi di quello che sarà il prossimo futuro di Leonardo di cui si è visto solo in parte nella puntata; questa sequenza è fondamentale e ci consente sin dall’inizio di allacciarsi all’ennesimo indizio/domanda di quello che sarà la trama portante della prossima stagione. Dopo questo incipit, il ritmo della puntata è concentrato nel chiudere i tanti temi aperti durante la prima stagione. Primo di tutti, il tradimento di Lucrezia Donati (Laura Haddock) alla repubblica fiorentina, notizia che ormai è giunta alle orecchie dei potenti e che in un dialogo con Leonardo sembra far cadere ogni solidità dei suoi gesti; una scena che ci restituisce i due punti di vista contrastanti dei personaggi che più di tutti hanno dimostrato il loro legame con la mentalità e le caratteristiche della Firenze rinascimentale e che ad essa sono legati da un profondo senso d’appartenenza.
L’altro fronte, quello più sviluppato e che occupa la maggior parte del tempo della puntata, è indubbiamente la congiura dei Pazzi; lunghe sono le preparazioni da parte di Riario (Blake Ritson) e il suo complice Francesco nella scena del sabato santo e del giorno di pasqua. Le sequenze di quest’ultima sono se possibili ancora più pesanti e ingarbugliate da stacchi temporali che ritardano il conflitto finale. Quest’ultimo è ricco di elementi che fanno intuire da subito le dinamiche della storia rendendola scontata e che non consentono di raggiungere il pathos sufficiente per il cliffhanger finale. Ciò che ha contribuito allo spezzettamento della tensione emotiva, sono ancora i dubbi mossi dallo stesso Leonardo sul Libro delle Foglie, che non ha raggiunto un vero livello sufficiente di risposta rispetto al primo incontro con il Turco. Ma anche i troppi intrecci interni dei personaggi, con le numerose spiegazioni, chiarificazioni, confessioni nonché colpi di scena riguardo ad eminenze grige che si aggirano per il Vaticano; lasciando la sensazione di una conclusione molto lontana e vaga, quasi quanto lo è l’Africa per Leonardo Da Vinci.
L’ultima puntata di Da Vinci’s Demons, The Lovers, conferma le debolezze della serie, gli artifici di sceneggiatura che non hanno arricchito la storia, semmai hanno reso lenti tutti i passaggi e i collegamenti storico-narrativi. Il grande successo della prima puntata (1.05 milioni di spettatori scesi a 0.45 milioni nell’ultima messa in onda) della Starz permetterà a David S. Goyer di pensare a una seconda stagione. Con l’augurio che quest’ultima sia meno vincolata da le spiegazioni che necessita una prima stagione e che venga prima di tutto sviluppato il personaggio Leonardo da Vinci e poi la nascita della leggenda.