Finalmente la CBS ha trasmesso il primo episodio della tanto attesa serie fantascientifica Extant, creata da Mickey Fisher, questa viene presentata fin da subito come un’interessantissima novità, riuscendo a riproporre un genere di cui ormai la televisione è satura, in un modo fresco e nuovo.
Molly Woods (Halle Berry), un’astronauta impegnata in una missione in solitaria nello spazio, e del suo difficile ritorno sulla terra, reso ancora più difficile dall’aver scoperto di essere incinta. Molly, distante e visibilmente cambiata dall’esperienza nello spazio, ha però già un figlio, Ethan (Pierce Gagnon, Looper), che fin dalle prime scene lo scopriamo essere un’androide, creato proprio dal padre John (Goran Visnjik, E.R.).
Extant offre numerose possibilità di sviluppo: questo primo episodio si presenta infatti un po’ come un incrocio, dal quale partono diverse strade, tra le quali ovviamente dominante la fantascienza, ma senza escludere le strade del thriller, del dramma e del genere cospirativo. Vi sono inoltre anche numerosi riferimenti alla cultura fantascientifica, passando da 2001: Odissea Nello Spazio ad A.I.: Intelligenza Artificiale, fino a toccare anche il più recente Gravity di Cuaròn nei flashback. Da notare anche i rimandi a Matrix e Terminator nelle discussioni sull’etica evolutiva di una tecnologia così invasiva nella vita dell’uomo quale potrebbe essere la presenza di un figlio androide, tematica che probabilmente seguirà uno sviluppo più sul versante della vita privata della famiglia. Il tutto viene accompagnato da un’ambientazione molto piacevole, perché riesce a rendere una visione futuristica ma allo stesso tempo credibile, che non esagera con l’introduzione della tecnologia nel quotidiano, come troppo spesso si in questo genere, introducendo pannelli computerizzati negli specchi, un efficiente sistema di smistamento dei rifiuti e fotografie animate in stile Harry Potter. Non c’è nulla di esasperato, nulla di troppo carico, ma trattandosi di un pilot forse proprio in questo risiede un possibile difetto.
La sceneggiatura tutto sommato riesce a fare il suo, e particolarmente apprezzata ed emblematica è la scena in cui scopriamo attraverso un gesto, che ha tutta la quotidianità di un normale scambio tra padre e figlio, che in realtà Ethan è un robot. Per quanto riguarda la recitazione troviamo una Halle Berry convincente, che riesce a dare al suo personaggio la credibilità di cui necessitava, peccato solo che non si possa dire altrettanto del resto del cast, che mostra dei personaggi per il momento un po’ troppo stereotipati.
A conclusione quindi si potrebbe dire che nonostante ci sia ancora del lavoro da fare, ma c’è tempo per limare i difetti, il materiale di partenza per questa nuova serie è buono. Il pilot cerca di metterci di fronte ad una storia solida per poi riempirla di interrogativi che non fanno altro che aumentare l’interesse nei confronti di questa serie, offrendo numerosi spunti sul proseguimento delle varie sotto trame. Non resta quindi che aspettare il prossimo episodio e sperare per il meglio!