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Game of Thrones 5x01 3Le guerre a venire, così si intitola la season premiere di Game of Thrones 5, che arriva con molti punti interrogativi e sicuramente tante emozioni in ballo. I Sette Regni stanno piangendo la morte di Tywin Lannister (Charles Dance); il capofamiglia dei Leoni, odiato, venerato, temuto e rispettato in egual misura, ha lasciato il mondo dei vivi e adesso, davanti ai rimanenti aspiranti al trono di spade, si aprono molteplici possibilità. Se da una parte, oltre il Mare Stretto, Daenerys (Emilia Clarke) è impegnata a risolvere questioni di rivolte e di draghi, dall’altra parte, sulla Barriera, Jon Snow (Kit Harington) deve fare da tramite tra due re, Mance Rayder e Stannis (Stephen Dillane).

 
 

Game of Thrones 5x01 2In mezzo c’è la desolazione della Strada del Re, con Brienne (Gwendoline Christie) e Pod (Daniel Portman) dispersi nel nulla, Sansa (Sophie Turner) che, per la prima volta, non segue Ditocorto (Aidan Gillen) ma gli sta accanto, da pari, e forse anche da “giocatrice” finalmente consapevole. Apre l’episodio un bellissimo flashback in cui una giovanissima e già altezzosa Cersei (Lena Headey) vuole conoscere il suo futuro. Grande punto di domanda di questo primo episodio è Tyrion (Peter Dinklage), il favorito dai fan e forse anche dal padre della saga, George Martin, che, nella sua nuovissima veste di parricida e fuggiasco, dovrà decidere da che parte schierarsi per il bene del Reame.

Se nelle stagioni precedenti, nelle prime puntate, avevamo l’impressione che le pedine si stessero disponendo per una grande battaglia (in campo o a suo di trattati più o meno leciti), in Game of Thrones 5×01 abbiamo la certezza che qualcosa sia venuto a mancare. Tywin era un giocatore importante, la sua presenza in scena dava l’idea che ci fossero molte battaglie da combattere, e per quanto fosse sempre molto orientato al benessere della sua famiglia, la sua preoccuparzione era principalmente rivolta al regno. Adesso i personaggi, sembrano subire un restringimento degli orizzonti, che li spinge a ragionare in termini molto più egoistici, e per quanto Stannis o Varys (Conleth Hill) possano professare, è inevitabile che senza un grande avversario, anche il personaggio più valoroso perde la sua dimensione eroica.

Nel primo episodio di stagione la HBO paga il suo tributo, prevalentemente superfluo, di epidermide in mostra. Se da un punto di vista narrativo le scene mostrano comunque situazioni funzionali alla trama verticale, altri momenti sono decisamente ridondanti, anche se, alla luce, o meglio al buio dei fatti a venire, le scene “filler” sono meno difficili da digerire. Ora che la serie tv proseguirà su binari indipendenti dalla narrazione letteraria, sarà meno difficile per lo spettatore sopportare tutti i subplot che, rubando minuti preziosi alla narrazione, mettono in scena momenti dei quali si farebbe volentieri a meno.

Per quanto riguarda invece la macchina produttiva, Game of Thrones si conferma uno dei migliori prodotti televisivi in circolazione. Aspettiamo però di vedere l’azione e il sangue che è stato promesso agli spettatori.

Voto: 3/5 stelle

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