A Westeros nessuno riposa; ad Approdo del Re si celebra un matrimonio regale, meno sfarzoso di quello che ha visto la morte di Re Joffrey (Jack Gleeson), ma decisamente più felice in quanto a esito. A nord, a Grande Inverno, fervono i preparativi per accogliere una persona molto importante, i Bolton, nuovi protettori del Nord, devono rinsaldare il loro dominio sul più vasto dei Sette Regni, e per farlo hanno bisogno di un sostegno suggellato da un matrimonio. Sulla strada del Re, Pod (Daniel Portman) e Brienne (Gwendoline Christie) sono all’inseguimento di Sansa Stark (Sophie Turner), intanto alla Barriera, Jon Snow (Kit Harington) impara ad amministrare la giustizia del Lord Comandante dei Guardiani della Notte, offrendo a Stannis (Stephen Dillane) la sua risposta e a Janos Slynt (Dominic Carter) una punizione esemplare per la sua insubordinazione. E mentre Ditocorto (Aidan Gillen) sembra essere rimasto l’unico giocatore a carte coperte, Cersei (Lena Headey), nella capitale, mette insieme le pedine che le sono rimaste da giocare. Anche a Essos l’attività sembra febbrile; Arya (Maisie Williams) impara le regole della Casa del Bianco e del Nero sotto la guida di Jaqen H’ghar (Tom Wlaschiha), mentre Tyrion (Peter Dinklage) e Varys (Conleth Hill) continuano il loro viaggio verso Mereen, ma il Lannister fa un incontro imprevisto.
Il titolo di Game of Thrones 5×03, High Sparrow, consente ai lettori di orientarsi (ancora per un po’); il nuovo personaggio, anticipato da un Lancel Lannister (Eugene Simon) completamente cambiato dalla prima stagione, sarà un elemento chiave dei prossimi sviluppi narrativi, soprattutto per quanto riguarda quelli legati alla capitale.
Davvero interessanti sono invece i sentieri intrapresi dagli Stark: la giovane Arya ha imboccato un sentiero sconosciuto e misterioso, ma i veri protagonisti sono Sansa e Jon. Entrambi si trovano a dover gestire situazioni impreviste, dure e difficili, ma sembrano completamente all’altezza della situazione. In particolare a Sansa è riservato una breve scena di intensa commozione, nel momento in cui ci rendiamo finalmente conto che l’antico nome che difendeva il Nord, con la lama decisa ma giusta di Ghiaccio, per mano di Ned Stark, ha ancora degli eredi che possano far valere il loro diritto.
Mentre continuiamo a seguire, in maniera futile anche se ben scritto, il percorso di Brienne e Pod, un punto interrogativo pende sulla testa di Tyrion e sugli imminenti sviluppi narrativi che dipendono dai suoi movimenti prossimi.
Mantenendo la struttura a episodi, questa puntata della serie HBO introduce una componente interessante e forse un po’ trascurata negli ultimi appuntamenti: il cuore, grande è spezzato, dei personaggi protagonisti che, nel grande disegno delle cose, sono ineluttabilmente destinati a morire. Valar Morghulis.
Voto: 3,5/5 stelle