Game of Thrones 8×05: il destino di Varys scritto “nel ghiaccio e nel fuoco”

Game of Thrones 8x05

Si intitola Le Campane l’episodio di Game of Thrones 8×05, una puntata che ha visto realizzarsi il motto di Casa Targaryen. Daenerys ha portato davvero “fuoco e sangue” ad Approdo del Re, distruggendo la città, facendo crollare la Fortezza Rossa, diventando davvero la regina delle ceneri.

In realtà nessuno si è davvero sorpreso di questa svolta del personaggio, visto che gli episodi precedenti, e soprattutto la rivelazione dei veri genitori di Jon Snow, hanno portato la Regina dei Draghi a dubitare della sua posizione, ma soprattutto dei suoi alleati. La morte di Jorah, di Reaghal e l’esecuzione di Missandei hanno assestato il colpo di grazia.

Tuttavia, qualcuno ha visto da lontano cosa stava accadendo, e ha provato a fare del suo meglio per arginare la “regina folle” con i mezzi che aveva a disposizione: sussurri e uccelletti. Parliamo ovviamente di Varys, il Ragno Tessitore. Abbiamo conosciuto il personaggio nella prima stagione, e già quando Ned Stark era stato imprigionato, abbiamo intuito che dietro alla cipria, il passo felpato e l’ambiguità (fondamentale per il maestro delle spie), l’apparente ipocrisia, si nascondeva un cuore buono, una testa brillante e un animo nobile e giusto.

Varys era figlio di uno schiavo di Lys, faceva parte di una compagnia di guitti e un giorno, uno stregone di Myr lo comprò per utilizzarlo come parte di un incantesimo, lo evirò, tronco e radice, e gettò i suoi genitali nel fuoco. Conosciamo la sua storia perché è lui stesso che la racconta a Tyrion Lannister nel quarto episodio della Terza Stagione.

In quell’occasione, il piccolo mutilato Varys guardo le fiamme azzurrine salire dalle sue parti che bruciavano e sentì una voce salire dalle fiammelle, un dio o un demone, che lo chiamava. Tempo dopo, a Roccia di Drago, Varys incontra Melisandre, che gli predice che anche lui, come lei, è destinato a morire in terra straniera, a Westeros. Game of Thrones 8×05 ha avverato la profezia: il fuoco di Drogon ha ucciso Varys, perché l’eunuco aveva tradito la Regina dei Draghi.

Dal fuoco al fuoco, dunque, la parabola di Varys sembra compiersi e anche lui sembra destinato ad essere inserito in un cerchio magico che attraverso l’elemento (simbolico e fisico) decide il destino di molti, a Westeros. La componente magica della storia della serie, e dei romanzi, è mitigata dall’estremo realismo con cui viene trattata la materia e così anche i ruolo del Signore della Luce e del (fu) Re della Notte sono in qualche modo “abbassati” alla concretezza del reale.

Alla luce di ciò, sembra che la vita di Varys fosse destinata a concludersi nel fuoco, così come era cominciata tanti anni prima nelle fiamme azzurre di un incantesimo che lo ha reso quello che poi è stato: un essere privo di desiderio, dallo sguardo lucido sugli eventi, al servizio del popolo. Alla luce di questa osservazione, sembra dunque che persino Varys avesse un ruolo mistico nel gioco dei troni.

Torniamo un attimo al titolo di questo articolo: il riferimento al fuoco è quindi chiaro e si può affermare che, magari inconsapevolmente, la parabola di vita di Varys si è aperta e chiusa nel segno delle fiamme. Ma cosa c’entra il ghiaccio? In questo caso il riferimento è più figurato che letterale, visto che, nell’atto finale della sua vita, Varys diventa una “replica” di Ned Stark.

Il Protettore del Nord ha incontrato la sua fine in una maniera che in molti definiscono ingenua. Ned scoprì i veri natali di Joffrey Baratheon (e di Tommen e Myrcella), ammonì Cersei prima di agire, si fidò di Ditocorto, scrisse a Stannis Baratheon per rivelare la verità a quello che diventava il legittimo erede al trono. Il resto è storia: il re usurpatore Joffrey fece uccidere “il traditore”.

In maniera perfettamente speculare, una volta scoperti i natali di Jon Snow, o meglio Aegon Targaryen, Varys avverte la sua Regina (nello specifico non tanto della migliore pretesa al trono di quello che si è rivelato essere il nipote ma del fatto che attaccando Cersei avrebbe ucciso gli abitanti che voleva proteggere), si fida di Tyrion, suo compagno di viaggio con cui condivide una comunione di intenti e il desiderio di un monarca giusto, scrive delle lettere in cui rivela il nome vero di Jon, e viene giustiziato dalla Regina per tradimento, dopo essere stato “denunciato/tradito” da Tyrion stesso.

Quella che da sempre è stata considerata una delle persone più ambigue di Westeros, ha concluso la sua esistenza esattamente come l’uomo più onorevole dei Sette Regni, colui che venne decapitato dalla sua stessa spada, Ghiaccio.

Tuttavia, se i messaggi di Ned Stark diedero il via alla ribellione e alla Guerra dei Cinque Re, non sappiamo ancora quali saranno le conseguenze dei messaggi inviati da Varys, perché anche se si vede il maestro delle spie bruciare un messaggio, ne abbiamo visti molti altri sulla sua scrivania, messaggi che hanno preso il volo spediti probabilmente in ogni angolo delle terre emerse.

Che il gesto di Varys possa avere comunque conseguenze positive sull’esito della guerra in corso? Alla luce della distruzione di Approdo del Re, le soluzioni che restano ai Sette Regni sono molto poche e ancora meno sono quelle che consentirebbero la salita al trono di un regnante degno. L’augurio è che il gesto estremo del più fedele servitore del popolo di Westeros possa portare i frutti sperati: un monarca degno al servizio degli abitanti.