Homeland 2X07 – recensione

    In questo settimo episodio, la vicenda principale (Brody, spia della CIA) e quelle parallele (l’incidente di Dana e Finn; l’intento di Mike di scoprire tutta la verità su Brody) finalmente s’incontrano e s’intrecciano tra loro, rendendo ancora più complicata la storia e i rapporti che intercorrono tra i vari personaggi.

    L’episodio inizia con un incontro inaspettato tra Brody e Roya Hammad. Il deputato cerca di strapparle qualche informazione, ma sono poche le cose che la giornalista gli comunica: essendo ora il ruolo di Brody più decisivo, presto lui dovrà incontrarsi con una persona e, nel frattempo, rimanere nelle grazie di Walden. Carrie va in ospedale e riferisce tutto a Quinn, che scopriamo essere sopravvissuto e in grado di tornare a lavoro, a differenza di Galvez, che è ancora tra la vita e la morte.

    Quasi tutto l’episodio si svolge nella tenuta in campagna di Rex Hanning, uno dei maggiori sostenitori della campagna presidenziale di Walden. Durante il viaggio, su due diverse limousine, hanno luogo due importanti discussioni: nella prima vediamo Dana riuscire a convincere Finn a confessare insieme a lei l’incidente, prima ai genitori e poi alla polizia; nella seconda, Brody si trova costretto ad ammettere a Jessica di aver ucciso Tom Walker, ma anche questa volta la sua versione corrisponde a metà verità. Confuso e arrabbiato, chiama Carrie che subito dopo si reca da Mike Faber, convincendolo a farsi da parte. Inoltre, per tranquillizzare Brody, va a trovarlo col permesso di Quinn; i due s’incontrano in una radura (in inglese clearing, da qui il titolo dell’episodio), parlano e si baciano. Nonostante il male che lui le ha fatto e la situazione in cui lei l’ha messo, entrambi in questo rapporto sono ammaliati e ammaliatori, prima felici poi diffidenti, poli opposti che si attraggono, rischiando di cambiare non solo le carte in tavola, ma il gioco stesso. Staremo a vedere.

    Nel frattempo, Dana e Finn discutono in pubblico e, quando le rispettive madri accorrono, la ragazza coglie l’occasione per confessare tutto. Lei sa che i suoi genitori sono differenti da quelli del ragazzo e avranno il coraggio di denunciare l’accaduto, mettendo la politica in secondo piano. Infatti, questa è la decisione iniziale di Brody e Jess, anche se sono coscienti che avrà serie ripercussioni sul rapporto del deputato col Vice Presidente.

    Fa la sua ricomparsa Aileen, la terrorista americana catturata in Messico nella precedente stagione. Saul va nel carcere di massima sicurezza in cui è lei rinchiusa per avere delle informazioni sullo sconosciuto che si è incontrato con Roya e che abbiamo visto essere il capo del gruppo armato a Gettysburg. La ragazza riconosce l’uomo, ma si dichiara disposta a collaborare solo in cambio di una cella fornita di finestra; tuttavia, la richiesta si scontrerà con la spocchiosa autorità del direttore del carcere e costringerà Saul a richiedere un ordine dal procuratore generale, rallentando ancora di più l’operazione. Con la richiesta approvata, Aileen rivela nome e indirizzo dell’uomo, ma non molto dopo scopriremo che non era una finestra in camera quello che voleva veramente.

    Alla regia troviamo John Dahl, che dopo un inizio nel cinema, è passato alla TV con film e diversi show, tra cui spiccano, per numero di episodi, Dexter e Californication. Dahl gestisce bene lo script di Meredith Stiehm (Cold Case, E.R., Beverly Hills 90210), che costruisce un episodio di preparazione e di riflessione, un episodio che si concede un po’ di suspense solo verso la fine.